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L’Italia di fine XV secolo osservata da un cardinale portoghese  697



             diplomazia non è una novità nel panorama delle fonti portoghesi per i
             secoli XV e XVI. Sono tuttora in corso ricerche che hanno l’obiettivo di
             appurare le condizioni nelle quali la raccolta è stata compilata. Un’ipo-
             tesi può essere quella che la vede come uno strumento di lavoro, ela-
                                                                         6
             borato per facilitare l’utilizzo di quei documenti ritenuti utili . Ma da
             chi vennero realizzati e per chi? Come vennero utilizzati? Perché si tro-
             vano dove ora stanno? La risposta a queste domande sarà essenziale
             per la comprensione della natura di questi volumi.



             Who’s who? Un principe e un cardinale

                Nel momento in cui la lettera fu scritta, il Portogallo stava vivendo
             una situazione politica particolare. Re era dal 1438 Alfonso V, detto
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             l’Africano , il quale nel 1474, dopo la morte di Enrico IV di Castiglia,
             contese la corona del regno vicino con una guerra che terminò soltanto
             nel 1479 e dalla quale uscirono vincitori Fernando II d’Aragona e Isa-
             bella I di Castiglia, che sarebbero poi passati alla storia come i Re Cat-
             tolici.  Alfonso  V  sarebbe  morto  solo  il  28  Agosto  1481,  ma  l’esito
             sfavorevole della guerra luso-castigliana segnò di fatto la sua fine poli-
             tica. Fra il 1476 e il 1477 egli viaggiò per la Francia, alla vana ricerca
             di un appoggio militare da parte di Luigi XI contro i castigliani. La forte
             disillusione lo portò a una inedita abdicazione dal trono e alla decisione
             di passare tutto il resto della sua vita chiuso in un monastero.
                Quando la notizia giunse in Portogallo, il principe Giovanni, suo
             figlio, fu acclamato come suo successore, ma Luigi XI obbligò Alfonso
             V a ritornare nella penisola iberica: il posto di un re è nel suo regno e
             non in un monastero in Terrasanta. Giovanni, già assurto al titolo di
             re, ritornò a essere nuovamente principe, anche se la gestione di tutti
             i principali problemi del regno era ormai nelle sue mani. Per questo
             motivo non pare esagerato considerare nel corso di questi quattro anni
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             (1477-1481) Giovanni, il Principe Perfetto , come re de facto del Porto-
             gallo. Ed è per questo motivo che il cardinale portoghese scrive al suo
             principe e non al suo re la lettera del 1480. Ma chi erano i due interlo-
             cutori?




                6  Su questo tipo di registro, cfr. F. Senatore, «Uno mundo de carta». Forme e strutture
             della diplomazia sforzesca, Liguori Editore, Napoli, 1998, pp. 375-378. Senatore si sof-
             ferma sui titoli, ma ad esempio in Asmi, Registri Ducali, 214 ci sono anche moltissimi
             modelli di lettere, tra cui una in cirillico.
                7  Questo soprannome è dovuto al fatto che riuscì ad aggiungere alla Corona porto-
             ghese i territori nord africani di Ksar es-Seghir, Tangeri e Assila.
                8   Soprannome attribuito a Giovanni II di Avis, re del Portogallo dal 1481 al 1495.


             n.41                         Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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