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La nazione impossibile. Antiquaria e preromanità nella politica culturale delle due Sicilie 497



             italiano, tornando ai miti fondativi per rivendicare, addirittura nelle
             origini mitologiche, una superiorità rispetto al continente che l’unità
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             non gli sembrava compiutamente riconoscere .
                Di fronte a un atteggiamento siffatto, che non aprì mai una auten-
             tica linea di credito alla causa dell’unità italiana, la scelta di Isidoro
             , uno studioso dell’età di mezzo dai controversi trascorsi politici ,
             suona invece di grande attenzione per la prospettiva dischiusa dal
             1860. Si trattava di una scelta non di meno molto sofferta, perché
             ancora nel 1849, nell’esilio parigino al quale, come Michele Amari,
             era stato costretto dal ritorno in forze del Borbone in Sicilia, egli era
             tornato sulle specifiche ragioni storiche che legittimavano il diritto
             dell’isola all’indipendenza e non sembrava che l’identità politica ita-
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             liana avesse alcuna capacità di presa nei suoi confronti . E tuttavia,
             nel suo caso, come in quello di molti altri, l’impresa garibaldina valse
             a portarlo prontamente nel campo dell’unità italiana, dove corse a
             dare altra lettura ancora della storia antica dell’isola, per più d’un
             verso  premonitrice  degli  avvenimenti  recenti.  La  Lumia  recuperò
             infatti l’interesse per le popolazioni indigene studiate da Natale, per
             insistere non di meno sulla loro sostanziale impermeabilità all’in-
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             fluenza  greca .  La  circostanza  che,  sempre  a  sua  detta,  le  genti
             autoctone sostenessero dapprima Pirro contro i cartaginesi perché
             convinte che fosse latore di libertà, salvo volgerglisi contro quando
             «si diede a governare all’asiatica, come un assoluto monarca, non
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             come  capo  di  una  lega  nazionale» ,  e  parteggiassero  successiva-
             mente per Roma – contro i greci e contro i cartaginesi ancora – per-
             ché del medesimo lignaggio, suona infatti come una lettura adagiata
             sulla specifica congiuntura del momento, perché volta per un verso
             a valorizzare l’unione col Piemonte e per altro a ricordare come tale
             incontro fosse libero e pattuito, ossia sempre passibile, da parte della
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             Sicilia, delle opportune, se necessarie, riconsiderazioni .
                Da questo punto di vista, la scelta italiana di La Lumia sembrerebbe
             quindi fragile, ma rispetto ad altri esponenti dell’intellettualità isolana



                39  Si veda al riguardo, S. Bonanzinga, Lionardo Vigo, un pioniere dell’etnografia sici-
             liana, «Lares», 81(2015), pp. 17-84. Sempre utile G. Grassi Bertazzi, Lionardo Vigo e i
             suoi tempi, Giannotta, Catania, 1897, dove alle pp. 397-403 son note sull’interesse
             archeologico e antiquario del Vigo. Circa la netta presa di distanze del Vigo dalla solu-
             zione unitaria, L. Pasquini, Risorgimento e antirisorgimento. Carteggio inedito Lionardo
             Vigo-Giannina Milli: 1852-1875, Carabba, Lanciano, 2003, dove alle pp. 61-70 torna una
             breve biografia del Vigo stesso.
                40  Mémoire historique sur les droits de , par Pantaleoni et La Lumia, A. Franck, Paris, 1849.
                41  I. , I romani e le guerre servili in Sicilia, Loescher, Torino, 1874, p. 11.
                42  Ivi, pp. 18-23.
                43  Utile al riguardo anche altro studio di Id.,  sotto Vittorio Amedeo di Savoia. Narra-
             zione storica, Cellini, Firenze, 1874.


             n.41                         Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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