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650 Stefano Levati
zione dell’eucarestia ‒ che squisitamente alimentare. Nella società
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europea del passato il vino non era considerato né un lusso né un
vizio, ma una componente importante della dieta, in grado di arric-
chire un regime alimentare altrimenti monotono e insoddisfacente. Il
vino, infatti, era innanzi tutto un alimento indispensabile all’interno
della povera dieta delle popolazioni europee dell’età moderna. Per
questo motivo era quasi sempre presente nei salari che prevedessero
il vitto, per quanto la paga potesse essere esigua e il cibo scarso, ed
era sistematicamente contemplato nei regimi dietetici degli istituti
assistenziali e degli ospedali .
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Ancor più dei parziali ed incerti dati statistici disponibili per alcune
città, che indicano consumi pro capite oscillanti tra il mezzo litro e il
litro e mezzo giornaliero , ciò che dimostra l’importanza del vino nella
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vita quotidiana del passato è la continua preoccupazione delle magi-
strature annonarie di garantirne, insieme al pane e alla carne, un ade-
guato approvvigionamento, sia in termini di quantità che di prezzo. A
partire dall’età moderna le questioni annonarie divennero sempre più
centrali nelle politiche statali a prescindere da possibili difficoltà con-
giunturali: cessarono cioè di essere un problema straordinario per dive-
nire una preoccupazione quotidiana, con l’obiettivo di spegnere sul na-
scere qualsiasi malessere legato al venir meno di prodotti considerati
indispensabili o all’aumento dei loro prezzi . A titolo d’esempio pos-
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siamo citare il fatto che il Vicario di Torino, massima autorità
1 A.W. Crosby, Lo scambio colombiano. Conseguenze biologiche e culturali del 1492,
Einaudi, Torino 1992, p. 5. Sul significato simbolico del vino nella liturgia cristiana, cfr.
M. Montanari, La fame e l’abbondanza. Storia dell’alimentazione in Europa, Laterza,
Roma-Bari 1993.
2 Cfr. M. Berengo, La società veneta alla fine del settecento, Sansoni, Firenze, 1957, p.
84; F. Della Peruta, La società lombarda tra il 1815 e l’Unità: l’alimentazione e l’abitazione,
in Id., Società e classi popolari nell’Italia dell’ottocento, Epos, Palermo 1985, p. 170.
3 S. Levati, Il commercio del vino tra Milano e il Piemonte nella seconda metà del set-
tecento, in R. Comba (a cura di), Vigne e vini nel Piemonte moderno, Famija Albèisa, Alba-
Cuneo 1992, pp. 491-505, in particolare p. 491-493; D. Balani, Il commercio del vino
nella Torino sei-settecentesca, ibidem pp. 439-459, in specie p. 454 e L. Picco, Un viag-
giatore in incognito: il vino piemontese tra 500 e 700, in Il vino nell’economia e nella so-
cietà italiana medioevale e moderna, convegno di studi, Greve in Chianti, 21-24 maggio
1987, Accademia economico-agraria dei georgofili, Firenze 1988, pp. 235-266, in parti-
colare p. 249 e 265. Altri dati sono forniti per Venezia da U. Tucci, Commercio e consumo
del vino a Venezia in età moderna, in Il vino nell’economia e nella società italiana medioe-
vale e moderna cit., pp. 185-202 e per Genova da P. Massa, Approvvigionamento e di-
stribuzione controllata del vino: alcuni esempi nella Liguria dell’età moderna, in M. Da
Passano, A. Mattone, F. Mele, P.F. Simula (a cura di), La vite e il vino. Storia e diritto
(secoli XI-XIX), 2 voll., Carocci, Roma 2000, vol. I, pp. 501-529, p. 504.
4 L. Parziale, Nutrire la città. Produzione e commercio alimentare a Milano tra cinque
e seicento, FrancoAngeli, Milano 2009, p. 88.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)