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Ricordi di un ex Normalista 749
Trombetti . Al Liceo Mandralisca contrassi molte amicizie con Dio-
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doro Grasso e Giuseppe Calabrò , ma soprattutto ebbi una grande
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venerazione per Eugenio Donadoni . Ma che impressione terribile fece
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a me e ai miei compagni questo insegnante di letteratura italiana alla
prima lezione! Brutto fisicamente e gracile di corpo, colla testa grossa,
i capelli neri, la fronte rugata da crespe, il viso giallo come quello dei
Mongoli, gli occhi piccoli, ma acuti e penetranti che, quando ti fissa-
vano, balenavano e ti mettevano molta tremarella addosso, il viso sar-
donico, sembrava quasi Mefistofele in persona che volesse canzonarci
e portarci nel regno di Belzebù. Ma, alla seconda lezione, ci accor-
gemmo subito che avevamo da fare con una personalità di primo
piano. Tanta era la sua cultura, la forza persuasiva del suo dire, la
finezza del suo giudizio, la bontà del suo cuore, la finezza e il suo ca-
rattere nobile e sdegnoso che riuscì a conquistare l’animo di tutti, an-
che dei più svogliati. Correggeva i nostri elaborati con uno scrupolo
forse eccessivo: non si limitava a segnare gli errori e le improprietà di
linguaggio con dei segni rosso-bleu, come sogliono fare oggi alcuni do-
centi d’italiano, ma ammetteva a fianco delle colonne scritte, e in
penna, le correzioni; e poi in fondo esprimeva il giudizio critico. Tal-
volta rifaceva il componimento dell’alunno di sana pianta. Mi duole di
aver perduto tutti i componimenti corretti e postillati da lui. Sarebbero
un modello da offrire a qualche insegnante sbuccione, che, con due
fregacci, crede di avere compiuto il suo dovere.
Era un vero godimento stare a sentire le lezioni di letteratura. Le
opere dei poeti e prosatori erano esaminate da lui con grande calore e
17 Alfredo Trombetti (1866-1929), glottologo e Accademico d’Italia, nel 1902 presentò
all’Accademia dei Lincei il testo «Nessi genealogici tra le lingue del mondo antico», che
gli valse nel 1904 la chiamata come ordinario di Filologia semitica.
18 Forse suo compagno di liceo, più probabilmente suo docente. Un professore Dio-
doro Grasso (†1946) risulta autore dei volumi L' Aretino e le sue commedie: una pagina
della vita morale del Cinquecento, Reber, Palermo, 1900; e Nuova critica leopardiana,
Libreria Agate, Palermo, 1939.
19 Cefaludese, forse suo compagno di liceo, ma più probabilmente suo docente. Un
Giuseppe Calabrò risulta autore di un volumetto pubblicato a Messina nel 1901, Il sen-
timento della natura in Virgilio: studio critico; e dei volumi La dottrina religioso-sociale
nelle opere di Giuseppe Mazzini: La religione dell'avvenire, La teorica della rivoluzione:
studio di critica storica, Reber, Palermo, 1912, e Il trionfo del diritto e della giustizia: la
guerra dal 1914 al 1918 narrata in versi siciliani, Tipografia del Popolo, Catania, 1918.
20 Eugenio Donadoni (1870-1924), docente nelle Università di Messina (dal 1916) e
Pisa (dal 1922) e autore di un testo di Storia della Letteratura Italiana ancora in uso
nelle scuole secondarie all’inizio degli anni Quaranta del Novecento. Nel 1906, docente
di italiano al Liceo Garibaldi di Palermo di Adolfo Omodeo, ebbe «un ruolo importante
nella sua maturazione culturale, nel suscitare nel giovane allievo un vivo interesse per
la letteratura, per l’arte, per la storia religiosa e in particolare per il cristianesimo delle
origini» (R. Guerri (a cura di), A. Omodeo, Momenti della vita di guerra. Dai diari e dalle
lettere dei caduti, Gaspari editore, Udine, 2016, pp. XXV-XXVI).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)