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                penetrazione critica, e fatte rivivere, in tutta la loro incertezza (?), nelle
                menti nostre. La critica del Donadoni mirava al centro animatore del
                suo mondo per riviverlo e farlo rivivere ai suoi scolari, al di sopra di
                ogni moralismo e conformismo. Nei tre anni di liceo ci spiegò tutta
                quanta la Divina Commedia, senza omettere nessun canto, anche il
                secondo del Paradiso che suole riuscire ostico ad alunni e professori
                per quelle benedette macchie lunari. Egli sapeva immedesimarsi, colla
                lettura, nel pensiero del grande Poeta; e le spiegazioni che ci dava, nei
                punti più scabrosi, erano originali, non attinte ai ben noti commenti
                del Casini  e dello Scartazzini . Ci obbligò anche a studiare a memo-
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                ria (con grande nostra disperazione!) 15 canti di ognuna delle tre can-
                tiche.  Oggi  non  si  usa  più.  Si  crede  una  fatica  mnemonica  inutile.
                Male, malissimo! Non solo, col metodo del Donadoni, si esercita la me-
                moria dei discenti, ma si arricchisce la mente di una varietà di espres-
                sioni e di vocaboli, che dovranno giovare, in seguito, a comporre con
                purezza e proprietà di linguaggio.


                3. La vacanza ai Pedagni
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                   Avevo sedici anni, e mi sembrava tanto lontano quel tempo! Ero in
                campagna,  ai  Pedagni,  presso  Castelbuono,  ai  piedi  delle  Madonie,
                donde, a vista d’occhio, lo sguardo correva per grigie distese di campi
                e di vigneti sin quasi all’orizzonte, dove si vedevano, come delle mac-
                chie biancastre luccicanti, i paesi di Pollina, S. Mauro Castelverde e
                Geraci. La casetta rustica, dove io dimoravo, per la solita annuale vil-
                leggiatura settembrina, era piccola piccola, ma linda e pulita, ed iso-
                lata in mezzo a terreni aridi. Le colline però rocciose, che le facevano
                corona, sebbene spoglie di vegetazione, nelle ore del meriggio, produ-
                cevano una grata ombra e molta frescura. Quanti sogni radiosi facevo
                dinanzi alla casetta, guardando l’azzurro del cielo e le nubi, che spesso
                vagavano come a rincorrersi fra loro! In quelle ore, battendo il sole
                fortemente, era più conveniente stare al vezzo, nel silenzio musicale
                della natura, che andare pei campi a caccia di allodole o colombi sel-
                vatici nelle forre e nelle ficaie.




                   21  Tommaso Casini (1859-1917), dantista, autore di un manuale di letteratura ita-
                liana per i licei in tre volumi e di edizioni critiche di opere dantesche, tra cui la Vita
                Nuova e la Divina Commedia.
                   22  Giovanni Andrea Scartazzini (1837-1901), autore di un testo con commento della
                Divina Commedia di grande successo: nel 1968 era alla ventesima edizione.
                   23  Le Madonie, n. 18, 15 settembre 1953, p. 3.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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