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756 Michele Lupo Gentile
metodo di studio e il mio comportamento coi compagni di scuola. Egli
era laureando, mentre io ero una semplice matricola, selvatica e
scontrosa, che doveva presto pagare lo scotto del noviziato, secondo
le consuetudini goliardiche. Per evitare qualche brutta sorpresa, sa-
pendomi con pochi quattrini, mi condusse un giorno con alcuni con-
terranei in un Caffè di Borgo Stretto, dove, pagate una trentina di
paste, col relativo fiasco di Chianti, in tutto per L. 5, ebbi il papiro
firmato e vidimato regolarmente, secondo il codice goliardico, su cui
il Lombardo Radice aveva redatto, con grande solennità, alcuni afo-
rismi filosofici e pedagogici in latino. Ne ricordo uno, assai tipico:
oportet assidue studere sed interdum pro salute anime tuae puellas
mulcere iuvat.
Dopo il Lombardo Radice, col quale giuocavo a bocce spessissimo
e volentieri nel cortile della Scuola, divennero presto a me carissimi
Achille Pellizzari, oratore formidabile, sebbene alto come un soldo di
cacio, e Luigi Castiglioni , latinista di valore, coi quali nelle ore spen-
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sierate facevo mattane e baldorie e organizzavo delle gite nella Luc-
chesia e in Garfagnana, passando a piedi i monti, per cui "i Pisani
veder Lucca non ponno", per sollevare lo spirito, dopo le sgobbate
giornaliere e notturne. Bisognava, infatti, studiare molto, anche la
notte, per mantenersi il posto alla Scuola Normale e superare gli
esami annuali all’Università. Poiché, quando in un esame si riportava
meno di 24 su 30, cioè di 8, si perdeva il posto. Non avevamo né
riscaldamento a termosifone né luce elettrica, come hanno oggi i nor-
malisti, che sono trattati da signori. Ma lo studio non ci pesava, ba-
stava frequentare i corsi, e rendersi poi, a casa, conto delle lezioni
giornalmente, riordinando gli appunti.
I professori, non affatto cattedratici, erano così gentili ed alla
mano con noi, che ci faceva piacere l’apprendere, conversando con
loro dopo le lezioni e mentre li accompagnavamo a casa. Ricordo, fra
i miei maestri, il prof. Alessandro D’Ancona, famoso dantista e lette-
rato, l’archeologo Lucio Mariani, che sapeva animare i monumenti
antichi, greci e latini, con bellissime proiezioni, e Amedeo Crivellucci,
storico di razza, dall’aspetto ieratico, conoscitore profondo delle rela-
zioni fra lo Stato e la Chiesa nell’Alto Medio Evo. Lasciavano molto a
desiderare Alessandro Tartara, insegnante di letteratura latina, dal
volto duro e senza mai un sorriso, ed i filosofi Jàja, Paoli e Taran-
la rivista “Nuovi Doveri” con Giovanni Gentile, che, ministro della Pubblica Istruzione
nel 1922-24, gli affidò la direzione generale per l’istruzione elementare, dove curò la
stesura dei programmi ministeriali per le scuole elementari.
38 Luigi Castiglioni (1882-1965), filologo classico, conseguì la laurea nel 1904, inse-
gnò letteratura latina nelle Università di Cagliari (nel 1925) e di Milano (dal 1926) e fu
autore con Scevola Mariotti di un noto “Vocabolario della lingua latina”.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)