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                siderati – tra il secondo Seicento e il lungo Settecento, in un mutevole
                equilibrio tra le componenti politica, religiosa, economica; nazionale e
                straniera.


                Un “tranquillo” tardo Cinquecento?

                   In generale s’ignorano il numero e il destino degli schiavi lombardi
                nel XVI secolo. Dagli sporadici frammenti documentari milanesi del
                secondo Cinquecento, tuttavia, sembra ritornare l’immagine di un Mi-
                lanesado quale tranquilla retrovia della grande guerra mediterranea,
                della quale giunge soprattutto l’eco delle razzie turche in Levante. Due
                coniugi trevigiani, muniti di bolla di Paolo IV, nel 1559 ottengono dal
                governatore Gonzalo Fernández de Córdoba licenza di questuare nelle
                chiese di Milano per il riscatto di alcuni prigionieri del Turco . Vescovi
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                e Parroci sono invitati a cooperare. Nel 1583 è la volta di un monaco
                basiliano di Atene, dal nome illustre, Lorenzo Paleologo, a fare la que-
                stua per la redenzione di alcuni suoi confratelli. Il monaco, raccoman-
                dato dal sovrano, è assistito dall’élite cittadina. Vicario e XII di Provvi-
                sione nominano due gentiluomini per Porta affinché lo introducano
                presso le case abbienti . Analoga accoglienza riceve, due anni dopo,
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                Luca de Argenti, signore del castello di S. Nicolò, isola di Santorini. I
                turchi gli hanno preso la moglie, due figli, una sorella con il marito e i
                tre figli di lei. Pretendono 2.500 zecchini di riscatto . Nel 1593 è una
                                                                  9
                nobildonna greca, Maria de Cali, a chiedere aiuto alle autorità ambro-
                siane per riscattare le due sorelle imprigionate dai turchi per ritorsione
                al doppiogiochismo del defunto padre Giovanni. Questi, già console di
                Rodi, s’era prodigato di informare i principi cristiani di «ogni minimo
                movimento e preparamento d’esso Gran Turco» e aveva favorito la li-
                berazione degli schiavi cristiani, riscattandoli coi propri averi o imbar-
                candoli «nelli suoi propri vasselli» .
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                   Si trattava evidentemente di singole iniziative private di persone fo-
                restiere,  parenti  o  confratelli  di  captivi,  in  condizioni  di  bisogno,  ai
                quali l’autorità religiosa e politica della Lombardia spagnola si limitava
                a concedere, per periodi determinati, spazi e ascolto presso organismi,



                   7  Licenza concessa a Giacomo Gallo e consorte da don Gonzalo, 18 maggio 1559,
                Asmi, ag, Culto, p.a., b. 2170.
                   8  Ascmi, Materie, b. 870, fasc. 13. Altri due monaci basiliani compariranno con ana-
                loga incombenza a Milano nel 1606, con licenza del governatore conte di Fuentes (ivi).
                   9  Ivi, 1° febbraio 1585.
                   10  Cfr. supplica e licenza, marzo 1593, Asmi, ag, Culto, p.a., b. 2170.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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