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606 Emanuele Pagano
«affinché con maggiore calore vi si adoperi» . Anche l’ambasciatore bri-
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tannico a Costantinopoli aveva consegnato all’Agà missive dirette al
console inglese a Tripoli, di modo che questi organizzasse il ritorno dei
prigionieri, via Sicilia «o d’altra parte d’Italia».
Benché l’intera operazione fosse gestita ai massimi livelli politico-
diplomatici, come s’è visto, essa non fu coronata da un pieno successo.
I negoziati per i riscatti collettivi, com’è noto, erano di solito laboriosi,
prolungati e soggetti a repentine variazioni di prezzo, in base anche a
come erano state condotte le trattative . Dopo otto anni dall’avvio
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della pratica, nel 1730 a Milano si apprese che finalmente altri sei
soldati del reggimento Lucini erano stati liberati grazie all’intervento
di un padre trinitario che aveva impiegato per loro e per alcuni vene-
ziani un legato pio datogli a Roma. I militari lombardi si erano rivolti
al console austriaco, il quale ne aveva perorato la causa ricordando i
loro «fedeli servigi» al reggimento, affinché si trovassero i 700 zecchini
necessari a riscattarli. Al contempo, nondimeno, si ricordavano «li re-
stanti ancora prigionieri qua da otto anni, e durante tal tempo trava-
glianti con grandi pene e castighi, e continuamente ancora tormen-
tati» . Per costoro la speranza sembrava al tramonto.
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Lungo il XVIII secolo, d’altro canto, si svilupparono metodi e colle-
gamenti complessi – tra sfera pubblica, carità e interessi privati; tra
enti religiosi, diocesi, autorità regia e governi locali – tali da produrre
risultati non irrilevanti, almeno in termini di redenzioni collettive.
I trinitari scalzi di S. Maria di Caravaggio in Monforte (Milano)
Anche sulla scena milanese a un certo momento comparvero i reli-
giosi trinitari, da secoli benemeriti nell’opera della redenzione degli
17 Lettera del Supremo Cesareo Consiglio di Vienna al governo di Milano, 6 agosto
1723, ivi.
18 Sul punto, ad es.: W. Kaiser, Una missione impossibile? Riscatto e comunicazione
nel Mediterraneo Occidentale (secoli XVI-XVII), «Quaderni storici» a.42 (2007), 1, pp. 19-
41; Id. Introduction, in Id. (ed.), Le commerce des captifs cit., pp. 6 sgg.; S. Boubaker,
Réseaux et techniques de rachat des captifs de la cours à Tunis au XVII e siècle, ivi, pp.
25-46; F. Tiran, Trinitaires et Mercédaires à Marseille et le rachat des captifs de Barbarie,
«Cahiers de la Méditerranée» a. 87 (2013), pp. 1-14; S. Bono, Schiavi cit., pp. 259 sgg.
19 Traduzione italiana 22 settembre 1730 delle lettere (28 febbraio e 23 maggio) in-
viate dal console austriaco a Tripoli al Consiglio Aulico di Guerra a Vienna, Asmi, ag,
Culto, p.a., b. 2170. Alla liberazione dei sei lombardi, pagata a parte, fa riferimento
anche A. Pelizza, Il riscatto degli schiavi a Venezia nel Settecento, «Storicamente», 6
(2010), p. 14.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)