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Sudditi milanesi schiavi dei barbareschi. Riscatti, procedure, profili   611


                    di altri quattro uomini – tra i quali il minore conventuale Carlo Fran-
                    cesco  Fioroni,  quarantunenne  maestro  in  teologia,  cinque  anni  di
                    schiavitù, riscattato per lire 4.500 (ossia 600 scudi romani di cui 400
                    pagati dal suo Ordine) – era stata conseguita in tutto o in parte con il
                    legato Arconati. Due sorelle milanesi, Rosa e Margarita Rizza, 23 e 16
                    anni, appena catturate nei pressi di Gibilterra avevano avuto la ven-
                    tura  di  imbattersi  nei  trinitari  spagnoli  che  stavano  tornando
                    dall’Africa con un carico di schiavi redenti. Quei padri erano riusciti a
                    concordare subito con i corsari maghrebini il prezzo delle giovani, ot-
                    tenendone il rilascio immediato . L’operazione (che per i trinitari mi-
                                                   32
                    lanesi fu a costo zero) dovette avere un suo rilevante costo, poiché due
                    giovani donne cristiane erano una ‘merce’ di valore.
                       In calce all’opuscolo del 1742 era stata inserita anche una Nota de’
                    schiavi nativi della Città e Stato di Milano in diverse occasioni redenti
                    dai trinitari. Non vi si specificava l’epoca della liberazione né le somme
                    del riscatto né chi le aveva effettivamente pagate. Quasi certamente
                    nulla fu sborsato dai religiosi milanesi i quali altrimenti avrebbero di-
                    chiarato gli importi con la dovuta sottolineatura. Nella Nota figuravano
                    53 nominativi (omessi nella tabella di seguito), con luogo di nascita,
                    età e durata della schiavitù; persone probabilmente liberate nelle ul-
                    time missioni dei trinitari spagnoli ad Algeri (1731 e 1738) .
                                                                             33
                       Come si vede, la maggioranza appartiene a Milano e provincia (30
                    persone), seguono il Pavese (9), il Lodigiano (4), il Cremonese (4) e altre
                    località in misura inferiore. L’età media al momento della liberazione è
                    di 37 anni, quella al momento della cattura è di quasi 30, poiché la
                    durata media della schiavitù è di circa 8 anni, un tempo considerevol-
                    mente lungo. Vi è una sola donna, la lodigiana Maria Torri (n. 43), mo-
                    glie di Giuseppe (n. 36), liberata con il marito dopo otto anni di schia-
                    vitù. Si distinguono anche due nobili ufficiali che ottengono presto la
                    liberazione per probabile intervento oneroso della famiglia: il capitano
                    Giovanni Trotti (n. 21), milanese, liberato a 25 anni dopo un anno di
                    prigionia, e il tenente pavese Pietro Belcredi (n. 45), 62 anni, un anno
                    e sei mesi di schiavitù. La stragrande maggioranza è sotto i 35 anni al
                    momento della cattura (41 persone su 53): il che si spiega sia con le
                    ben  note  strutture  demografiche  dell’epoca  preindustriale  sia  con
                    l’oculata scelta dei corsari di valorizzare il fiore della gioventù tanto



                       32  Su questa modalità di riscatto rapido, ancora poco nota, in cui i corsari riuscivano
                    a eludere gli oneri fiscali che li attendevano al porto di partenza e i compratori ottene-
                    vano qualche ribasso per via forfettaria, cfr. S. Bono, Schiavi cit., pp. 259-260.
                       33  Cfr. S. Bono, Lumi e corsari. Europa e Maghreb nel Settecento, Morlacchi, Perugia,
                    2005, p. 98.


                                               Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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