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                cinesi 128 . Nella lettera di Santiago de Vera citata in precedenza, il go-
                vernatore enfatizzò il rischio sul piano militare, che aveva comportato
                la distruzione del bastione a causa dei terremoti, estremamente, vio-
                lenti. Il rappresentante di Sua Maestà a Manila, però, assicurò Filippo
                II, che sotto la sua direzione minuziosa avrebbero costruito un forte
                inespugnabile: «quedara tan capaz y fuerte que pudiera servir en qual-
                quiera frontera» 129 .


                Conclusioni: competenza e fiducia reciproca.

                   Nel corso dell’età moderna la Monarchia Ispanica fece fronte a de-
                cine  di  terremoti  che,  in  alcune  occasioni,  lasciarono  un’orma  pro-
                fonda nelle aree e nelle società che furono colpite dalle scosse telluri-
                che. A differenza di altre case regnanti, la dinastia asburgica gover-
                nava  territori  distanti  e  distinti,  perciò  la  redazione  e  trasmissione
                delle notizie intorno ai disastri naturali restarono disomogenee, dato
                che erano condizionate da tempi, spazi e istituzioni diverse. La comu-
                nicazione amministrativa dell’informazione, in ogni modo, sperimentò
                un processo pluridecennale di affinamento che tese alla creazione di
                una procedura standardizzata, affinché la corte contasse su dati affi-
                dabili in modo da rispondere nella forma più adeguata alle crisi.
                   Tra  il  sedicesimo  e  il  diciassettesimo secolo, l’interpretazione dei
                terremoti visse un cambio lento ma inesorabile. L’esempio più emble-
                matico fu lo spazio riservato ai disastri naturali nella corrispondenza
                tra i rappresentati locali e la capitale. Mentre nei primi decenni del
                Cinquecento i riferimenti di viceré e governatori ai sismi erano allu-
                sioni scarne ed esigue che trattavano, soprattutto, questioni fiscali,
                pertanto le informazioni comparivano in missive per il sovrano, dove
                erano presentati gli argomenti più variegati. Dalla metà del Seicento,
                invece,  le  amministrazioni  territoriali  elaborarono  una  documenta-
                zione sempre più voluminosa sui terremoti, per spiegarne le caratteri-
                stiche e gli effetti. Nel secolo XVII, tra l’altro, i sismi furono un argo-
                mento che attirò, sempre più, l’interesse della società, i terremoti di-
                vennero tema di conversazione, anche, tra i membri della nobiltà come
                dimostravano  i  richiami  assidui  nella  corrispondenza  privata.  Nel
                1688  il  duca  di  Hijar  informò  il  duca  di  Gandia  che  a  Madrid  era


                   128  M.G. Petrucci, Pirates, Gunpowder and Christianity in Late Sixteenth Century Ja-
                pan, in R. Anthony (a cura di), Elusive Pirates, Pervasive Smugglers. Violence and Clan-
                destine Trade in the Greater China Seas, Hong Kong University Press, Hong Kong, 2010,
                pp. 59-72.
                   129  Agi, Filipinas, 18A, r. 7, n. 46. Santiago de Vera a Filippo II, Manila 13 luglio
                1589.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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