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L’informazione sui terremoti nella Monarchia ispanica (secoli XVI-XVII) 179
ispanica attraverso le vie più insolite, come segnalato nel paragrafo
precedente. L’informazione dei network privati fu a tal proposito un
esempio evidente; nell’estate del 1688 Juan Ibáñez scrisse al proprio
mecenate, il marchese di Tavara, dalla corte di Madrid, dove giunge-
vano in contemporanea notizie preoccupanti: «escribi a Vuestra
Señoría el temblor de Lima y su ruina digonos que en Napoles a suze-
dido lo mismo» 137 .
Il fattore decisivo nella trasmissione delle informazioni sui terre-
moti, in realtà, fu la fiducia che esisteva tra il mittente e il destinata-
rio 138 . Alcune tra le misure politiche più importanti dell’amministra-
zione ispano-imperiale erano fondate proprio sulla stima di cui gode-
vano i magistrati incaricati di raccogliere i dati, che erano ritenuti af-
fidabili dalla corte degli Asburgo. Nell’inverno del 1541, Carlo V rice-
vette finalmente una relazione dettagliata sullo stato di Bona. Le criti-
che erano diventate più insistenti contro la gestione di Zagal, che ac-
cusato di corruzione e autoritarismo si era suicidato qualche mese
prima. L’imperatore allora ordinò di esaminare la situazione del ba-
stione a Miguel Vaquer, che effettuò una visita nella città nordafri-
cana, dove aveva abitato negli anni precedenti 139 . Nonostante riba-
disse le accuse contro don Alvar Gómez, da Palermo il magistrato ga-
rantì la distruzione di alcune infrastrutture vitali a causa del terre-
moto, che aveva vissuto in prima persona: «se quemo todo se perdió
como yo lo vi con mis ojos» 140 .
Le discussioni a corte sul sisma di Bona, in ultima analisi, cambia-
rono grazie alla testimonianza diretta di un magistrato che era ritenuto
degno di fiducia. La distanza dall’epicentro in genere alimentava i so-
spetti tra i membri degli organi centrali, che le comunità danneggiate
potessero esagerare sugli effetti delle scosse. Nel 1688 il Consejo de
Italia confermò il rischio nel testo che riportò a Carlo II sulla docu-
mentazione di Napoli, pertanto appoggiò le disposizioni adottate dal
viceré Santiesteban, affinché «no se padeciese algún herror en perjui-
cio de la Real Hazienda de Vuestra Majestad y también porque fuesen
puntuales y verdaderas» 141 . La designazione di un giudice con poteri
ampi era il provvedimento più consueto della Monarchia Ispanica, per
137 Ahnb, Osuna, CT. 52, D. 2, s. f. Juan Ibáñez al marchese de Tavara, Madrid 10
luglio 1688.
138 A. Pettegree, The Invention of News. How the wold came to know about itself, Yale
University Press, New Haven – London, 2014, pp. 2-3.
139 M. Peytavin, Visite et gouvernement dans le royaume de Naples, XVI-XVII siècles,
Casa Velázquez, Madrid, 2003.
140 Ags, Estado, Sicilia, Legajo 1114, f. 81 Miguel de Vaquer a Carlo V, Palermo 22
dicembre 1540.
141 Ags, Secretarias Provinciales, Legajo 56, s. f. Consejo de Italia, Madrid 22 settem-
bre 1688.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)