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L’informazione sui terremoti nella Monarchia ispanica (secoli XVI-XVII)   171


                       Nelle società preindustriali dell’età moderna, una conseguenza ti-
                    pica dei terremoti era la propagazione di incendi, soprattutto, quando
                    le scosse occorrevano di notte o d’inverno, giacché il fuoco era l’unico
                    mezzo d’illuminazione e riscaldamento per le città dell’epoca. Agli inizi
                    d’aprile del 1667 Ragusa, l’attuale Dubrovnik, fu demolita completa-
                    mente da un sisma: l’informazione giunse alla corte di Madrid grazie
                    a don Gaspar de Teves, ambasciatore a Venezia  104 . Il disastro fu letto
                    come un’opportunità politica dagli Asburgo per intervenire in uno spa-
                    zio che, in quel momento, era immerso nella guerra di Candia 105 . Così
                    la reggente Marianna d’Austria e i suoi consiglieri chiesero ai diversi
                    organismi della Monarchia Ispanica di agevolare le relazioni commer-
                    ciali con la Repubblica di San Biagio. Negli atti del dibattito tra i mem-
                    bri del Consejo de Aragón era rammentato che in seguito al terremoto
                    «sobrevino un fiero incendio de fuego, que abrasó y consumio todas
                    las riquezas publicas, y haciendas particulares» 106 .
                       Benché accademici ed eruditi facessero un enorme sforzo per spie-
                    gare i disastri naturali attraverso letture e interpretazioni empiriche,
                    l’orizzonte mentale dell’Europa moderna rimase subordinato a una di-
                    mensione  metafisica,  caratteristica  delle  società  confessionali 107 .  In
                    una discussione i membri del Consejo de Italia non avevano dubbi
                    sull’origine del terremoto che aveva devastato la Calabria nel 1659: «se
                    castiguen con todo rigor los delictos y peccados publicos manteniendo
                    la justicia en su debido respecto que es uno de los medios mas effica-
                    ces para aplacar a Dios» 108 . Le scritture del disastro, dunque, fecero
                    riferimenti costanti, nel bene e nel male, alla religiosità delle comunità
                    percosse da sismi 109 . Alla fine di giugno del 1688 arrivarono a Madrid,
                    via  Londra  e  Amsterdam,  le  prime  notizie  intorno  al  terremoto  che
                    aveva sconvolto la quotidianità di Lima nell’ottobre dell’anno prece-
                    dente. Le informazioni erano tuttavia confuse, eppure Jacinto Arcayna
                    avvisò il duca di Gandia, suo mecenate, sulle manifestazioni devozio-


                       104   P.  Albini,  The  Great  1667  Dalmatia  Earthquake.  An  In-Depth  Case  Study,
                    Springer, Cham, 2015.
                       105  J. Petitjean, L’intelligence des choses: une histoire de l’information entre Italie et
                    Méditerranée (XVIe-XVIIe siècles), École française de Rome, Roma, 2013, pp. 381-427.
                       106  Aca, Consejo de Aragón, Legajo 46, n. 11-41. Consejo de Aragón, Madrid 9 no-
                    vembre 1667.
                       107  Per l’Europa C. Martin, Renaissance Meteorology. Pompanazzi to Descartes, The
                    John Hopkins University Press, Baltimore, 2011, pp. 60-79; mentre nello spazio ameri-
                    cano M. Pastor, Los temblores de tierra en el organicismo novohispano, «Iberoamericana»,
                    14-55 (2014), pp. 105-120.
                       108  Ags, Secretarias Provinciales, Legajo 30, s. f. Consejo de Italia, Madrid 29 gennaio
                    1660.
                       109  V. García Acosta, Divinidad y desastres. Interpretaciones, manifestaciones y re-
                    spuestas,  «Revista  de  Historia  Moderna.  Anales  de  la  Universidad  de  Alicante»,  35
                    (2017), pp. 46-82.


                                                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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