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182 Alessandro Tuccillo
1. «Juego de suertes» e «ira Divina»
Nella riunione del 10 luglio 1688, il Consejo de Estado della Monar-
chia ispanica esaminò una lettera del viceré di Napoli. Francisco de
Benavides Dávila y Corella, conde de Santiesteban, comunicava che
«con parezer del Colateral havia hecho suspender el juego de suertes
que llaman beneficiada por las maldades, e, injusticias que se come-
tían en el para aplacar la ira Divina» . La notizia sembra curiosa, ma
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la posta in gioco – l’espressione appare quanto mai calzante – era di
estrema gravità. La documentazione fu trasmessa al Consejo de Italia
per ulteriori approfondimenti. La «beneficiada», «juego de suertes» an-
tenato del lotto, nell’estate del 1688 si era così trasformata in un pro-
blema al centro delle preoccupazioni di organi di governo centrali
(Consejo de Estado e Consejo de Italia) e periferici (Consiglio collaterale
del Regno di Napoli) della Monarquía.
La storia del gioco ha conosciuto una crescente attenzione da parte
della storiografia italiana, in sintonia con un campo di ricerca inter-
nazionale che ben si presta all’incrocio tra le metodologie delle disci-
pline umanistiche e delle scienze sociali . Nuove ricerche che hanno
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potuto contare su solidi antecedenti, a partire dalle riflessioni di Johan
Huizinga sulla funzione sociale del gioco, sui rapporti tra gioco e cul-
tura che delineano i tratti dell’homo ludens . Questi studi hanno ri-
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guardato anche le lotterie e il lotto. Se le lotterie, concorsi che mettono
in palio premi per i quali si concorre acquistando un biglietto, sono
variamente attestate sin dall’antichità, il lotto ha un luogo d’origine
preciso: la Repubblica di Genova. Le Leges novae del 1576 stabilirono
il rinnovo semestrale dei Serenissimi collegi attraverso l’estrazione di
cinque patrizi da una lista di centoventi candidati. Le scommesse su
questa estrazione furono dapprima osteggiate e perseguite, poi, a par-
tire dal 1644, autorizzate e date in appalto. Era nato il ‘lotto all’uso di
Genova’ (distinto dal ‘lotto d’Olanda’, ovvero le lotterie), che si rivelò
molto «utile ai pubblici introiti» .
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1 Ags, Estado, Nápoles, legajo 3319, 10 de julio de 1688, f. 83.
2 Lo testimoniano le ricerche promosse – sin dagli anni ’90 del secolo scorso – dalla
Fondazione Benetton di Treviso, la collana editoriale «Ludica», diretta da Gherardo Or-
talli e Alessandra Rizzi, e la rivista «Ludica. Annali di storia e civiltà del gioco», diretta
dallo stesso Ortalli. Va ricordato, inoltre, l’Osservatorio Internazionale sul Gioco (Oig)
dell’Università di Salerno, fondato nel 2003 da Giuseppe Imbucci, il quale già in prece-
denza aveva condotto ricerche, organizzato convegni e curato volumi collettivi di storia
del gioco.
3 J. Huizinga, Homo ludens (1939), Einaudi, Torino, 2002.
4 G. Assereto, Un giuoco così utile ai pubblici introiti. Il lotto di Genova dal XVI al XVIII
secolo, Fondazione Benetton-Viella, Treviso-Roma, 2013.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)