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20 Cecilia Carnino
L’attività economica degli individui era così inglobata nella sfera di
competenza del sovrano e l’economia politica diveniva strumentale
all’affermazione della monarchia. In una fase di intensificazione degli
scambi commerciali e di consolidamento delle strutture di mercato, la
legittimazione dell’attività economica, ma anche l’impulso a essa, pro-
cedeva direttamente dal potere politico. Il sistema economico non si
costituiva come autonomo rispetto al potere statale, come risultato
della progressiva affermazione nella società di nuovi valori economici,
ma piuttosto si consolidava nel quadro del rafforzamento della monar-
chia assoluta, di una nuova concezione del bene pubblico e di una
nuova arte di governo.
Nel Conseiller d’Estat la discussione propriamente economica, esito
della sovrapposizione e rielaborazione di una molteplicità di fonti e let-
ture, sebbene mai esplicitate, finiva per configurarsi come una sorta
di vero e proprio compendio delle idee economiche dell’epoca. L’opera,
uscita dopo la pubblicazione del Traicté de l’œconomie politique, ma
redatta in larga parte precedentemente, come sembra peraltro provare
la mancanza di un’influenza diretta dello scritto di Montchrestien
(mentre numerosi sono i richiami, seppur mai espliciti, alle idee di Bo-
din, Botero e Laffemas), assume allora un valore di primo piano per la
ricostruzione del patrimonio di cultura economica che circolò tra fine
Cinquecento e inizio Seicento . Le fonti della ricchezza erano indivi-
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duate, a partire da una tripartizione tradizionale, nell’agricoltura,
nella manifattura e nel commercio. Tuttavia la percezione dell’avviarsi
di un mutamento profondo della struttura delle relazioni economico-
internazionali, e del progressivo affermarsi di un sistema nel quale gli
stati territoriali diventavano agenti commerciali, fece del commercio,
soprattutto del commercio internazionale, il cuore della riflessione sui
temi economici. In linea con le politiche economiche avviate già da En-
rico IV e poi rilanciate da Luigi XIII, il commercio era interpretato e
presentato come risorsa principale per l’accrescimento della ricchezza
del paese, ma anche e soprattutto come fattore di potenza della na-
zione, tra le coordinare di un abbozzo di progetto di espansionismo
imperiale e commerciale. Questa riflessione di valorizzazione del com-
mercio internazionale, che si legava anche alla piena legittimazione
26 A. de Montchrétien, Traicté de l’œconomie politique, dédié au Roy et à la reyne mère
du Roy, par Antoyne de Montchrestien, sieur de Vateville, Jean Osmont dans la Court
du Palais, Rouen, 1615. Cfr. A. Guery L’honneur et le profit. Économie du pouvoir et
économie de la richesse chez Montchrestien cit.; J. Maucourant, Souveraineté et économie
selon Montchrestien et Cantillon, in A. Guery (a cura di), Montchrestien et Cantillon: Le
commerce et l’émergence d’une pensée économique cit., pp. 373-415. Su questi temi si
veda anche J.-C. Perrot, Une histoire intellectuelle de l’économie politique, XVIIe-XVIIIe
siècle, EHESS, Paris, 1992.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)