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La traduzione italiana del Conseiller d’Estat 25
antispagnolo . Non stupisce che pochi mesi dopo la pubblicazione, il
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primo volume della traduzione fosse caduto sotto l’occhio vigile della
censura romana, che lo inserì nell’Indice dei libri proibiti il 26 ottobre
1640 . Proprio tale censura diede tuttavia risonanza alla traduzione
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italiana di Zuccati negli ambienti culturali parigini. Già il 16 luglio del
1639, prima dunque che il libro fosse inserito ufficialmente nell’indice,
Jean Chapelain aveva scritto al libraio e editore romano Bouchard per
avere maggiori informazioni sull’accaduto, chiedendo anche di avere
una copia della censura, per comprenderne le motivazioni .
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La traduzione del Conseiller d’Estat, l’impresa alla quale Zuccati si
dedicò non appena ebbe terminato il secondo tomo del Ministre
d’Estat, è una piena espressione di tale uso politico della produzione
libraria. Con questa traduzione Zuccati mostrava di essersi ormai spe-
cializzato non solo nella trattatistica politica francese di formazione dei
principi e degli uomini di governo, ma anche più specificamente nella
trattatistica finalizzata alla legittimazione del potere assoluto legata
alla sfera di influenza di Richelieu. Zuccati firmava la dedica della tra-
duzione, indirizzata a Carlo II di Nevers, duca di Mantova e del Mon-
ferrato. La circostanza che l’autore della dedica fosse il traduttore, e
non lo stampatore, non è affatto priva di significato, poiché rivela il
ruolo di primo piano giocato da Zuccati nell’intera impresa editoriale.
Anche la scelta del dedicatario, così come era avvenuto per il Ministro
di stato, appare fortemente significativa. Scegliendo ancora una volta
un dedicatario al di fuori dei confini della vita politica cittadina della
Repubblica, Zuccati si rivolgeva a un personaggio della politica inter-
nazionale, il duca di Mantova e Monferrato, proprio nel momento si-
gnificativo in cui questo si accingeva a uscire dallo stato di minorità e
a prendere direttamente il potere sul mantovano, dopo il lungo periodo
di reggenza della madre. Ma soprattutto il ducato di Mantova era stato
al cuore dei legami politico-diplomatici tra Francia e Venezia negli anni
della guerra di successione del ducato, quando Venezia aveva giocato
un ruolo di primo piano come alleata della Francia, che era riuscita
alla fine, con la conferma dell’attribuzione del ducato a Carlo I
38 A. Barzazi, «Si quid e Gallia afferatur, avide lego». Reti intellettuali, libri e politica tra
Venezia e la Francia nella prima metà del Seicento, in G. Fragnito, A. Tallon (a cura di),
Hétérodoxies croisées. Catholicismes pluriels entre France et Italie, XVI e -XVII e siècles, Pu-
blications de l’École française de Rome, Roma, 2015, pp. 449-492. Cfr. anche S. An-
dretta, La Repubblica inquieta. Venezia nel Seicento tra Italia e Europa, Carocci, Roma,
2000, pp. 96-99.
39 Index librorum prohibitorum sanctissimi domini nostri Gregorii XVI Pontificis Maximi
Jussu Editus, Ex Typographia Reverendae Camerae Apostolicae, Roma, 1841, p. 359.
40 Lettera di Chapelain a Bouchard, 26 luglio 1639, Parigi, in Lettres de Jean Cha-
pelain, de l’Académie française publiées par Ph. Tamizey de Larroque…, Imprimerie na-
tionale, Paris, 1880-1883, vol. I, p. 466.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Aprile 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)