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                mentre le varietà di panni trattati dai ʻregnicoliʼ venivano ridistribuite
                verso  altri  mercati  dell’isola,  mediante  gli  «imballi»  (immissioni  per
                transito verso altri porti della Sicilia o verso lʼinterno) che si effettua-
                vano in Dogana grande.
                   Trova conferma quanto sottolineato da Gian Agostino De Cosmi nel
                1786: «Noi tiriamo interamente da fuori tutto ciò che è panno o stoffa
                di lana che serve a ricoprir tutti gli ordini di persone, a riserba di queʼ
                rozzissimi panni di cui meschinamente veste la classe più bassa deʼ
                paesi mediterranei; di maniera che paghiamo e il valore della materia,
                e la manodopera del lavoratore, e gli interessi del mercante» .
                                                                          30
                Dal 1685 le disposizioni viceregie ‒ riconfermate fino alle «Istruzioni e
                Pandette» del 1802  ‒ prevedevano che «lo scascio de’ panni Lane, e
                                   31
                Zuccheri»,  si  dovesse  effettuare  esclusivamente  nelle  dogane  di  Pa-
                lermo e di Messina. Non a caso, infatti, dagli anni Trenta fino a tutto
                il Settecento, il numero dei magazzini doganali che la Secrezia dava in
                locazione agli operatori di infra o di fuori Regno, per «ripostare» le loro
                mercanzie,  sarebbe  passato  da  32  a  65 .  La  quantità  crescente  di
                                                        32
                balle, colli e pezze di panni e tessuti, che affluiva in Dogana grande,
                imponeva di disporre dei locali necessari a custodire gli «ingombranti»,
                per  aderire  alle  ripetute  sollecitazioni  dei  mercanti  che  rimanevano
                esclusi. Ma anche la Secrezia ne avvertiva lʼesigenza per gestire al me-
                glio lʼorganizzazione dei servizi e le attività di controllo.
                   I dati tratti dalla contabilità dei rettori della chiesa, sin qui utilizzati,
                sono  da  considerare  attendibili  fino  al  1805  circa;  successivamente,
                la  contribuzione  dei  ʻregnicoliʼ  a  beneficio  della  chiesa  palermitana


                   30  G.A. De Cosmi, Alle riflessioni su lʼeconomia ed estrazione deʼ frumenti della Sicilia,
                comentario di Giannagostino De Cosmi, Stamp. F. Pastore, Catania, 1786, p. 22.
                   31  Asp, Sec, vol. 15, cc. 359r-362v, lettera del viceré marchese Fogliani al Tribunale
                del Real Patrimonio, Palermo, 9-8-1765; Asp, Ma, serie II, ms. 40, «Istruzioni e Pandette
                della Dogana di Palermo e di quelle del Dipartimento di essa disposte dal Regio Visitatore
                D.r Don Giovanni Battista Scaglia coll’intelligenza del Regio Segreto Amministratore ri-
                vedute ed approvate dalla Suprema Giunta delle Regie Dogane precedute da una Istorica
                Diplomatica Prefazione dell’origine della Dogana di Palermo da’ Normanni sino a dì no-
                stri scritta dal medesimo Regio Visitatore», c. 66v.
                   32  Ivi, b. 2044, «Relazione delli Primi Dazi e Gabelle che s’esiggono sulla Regia Segre-
                zia e Dogana della Città di Palermo sopra li generi di mercanzie che s’immettono ed
                estraggono in detta Città tanto di Infra quanto da Fuori Regno cavata dalli Informi, ed
                attestati presentati da Don Placido Marchese Amministratore che fu di detta Regia Se-
                crezia e Dogana in vigor d’ordine del Tribunale del Real Patrimonio spedito sotto li 9
                Decembre 1722», databile 1727, in particolare il paragrafo «Dritto di Magazeni»; Asp,
                Rsi, b. 5218, «Nota di tutti li Magazzini esistenti nella Regia Dogana grande della città
                di Palermo, con la distinzione di quelli che appartengono alla Regia Corte e quelli di
                ripartimento dell’Officio del Maestro Massaro, corrispondenti ai Numeri segnati nel pro-
                spetto seu Pianta Generale, quali tutti si trovano attualmente locati agli infrascritti Ne-
                gozianti dal primo Gennaro a tutto Decembre dell’Anno 1802 giusta il Costume», Pa-
                lermo, 1-3-1802. Il documento era corredato dalla «Icnografia della R. Dogana della città
                di Palermo, con tutte le Officine e Magazzini», disegnata dallʼarchitetto Niccolò Puglia.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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