Page 133 - pdf intero 52
P. 133
I mercanti della «nazione napolitana» a Palermo nel Settecento 397
Doganella. Nei «Raziocinio, ovvero Conto dʼIntrojto, ed Esito» , che ve-
20
nivano redatti annualmente dal tesoriere della chiesa, si annotava
lʼammontare dei contributi che un «collettore» doganale ‒ trattenendo
per sé un compenso pari al 10% ‒ riscuoteva da quei «nazionali» nella
predetta misura di grani 2 per ogni onza, tanto sulle merci immesse
che su quelle estratte. Anche i «napolitani» della piazza di Termini
erano tenuti allʼobbligo di contribuzione, ma si trattava di importi mo-
desti e di contabilizzazioni saltuarie, lʼultima delle quali, tra gli introiti
del 1766-1767, ammontava a 2 onze, 22 tarì e 14 grani .
21
Il grafico di Fig. 1 rappresenta lʼandamento dei numeri indici dei
42 ʻraziociniʼ esaminati dal 1760-1761 (base 100, con valore delle
merci pari a onze 30283) al 1805-1806, in un arco temporale di 46
anni .
22
Il grafico mostra in modo evidente la fase di maggiore sviluppo degli
affari, con una crescita progressiva del valore delle merci che si con-
centra nella seconda metà degli anni Ottanta del ʼ700 e con un apice
nel 1789-1790, cui segue la discesa graduale. Da un anno allʼaltro si
osservano bruschi rallentamenti (10986 onze nel 1762-1763) e rapide
risalite (21143 e 35896 onze nei due anni successivi). Gli incrementi
di valore potevano essere determinati non soltanto da maggiori volumi
di traffico, ma anche dallʼimmissione di prodotti più pregiati e costosi.
Come rilevava Giuseppe Giarrizzo: «Colpisce in particolare il volume
crescente delle importazioni, non solo di materie prime (ferro, legno,
marmo, pelli) o di «coloniali» (caffè, cioccolata, zucchero, tabacco, ecc.),
ma più di tessuti e mobili e ceramiche di varia qualità e pregio, di carni
e pesci salati» . Di contro, le rapide inversioni di tendenza potevano
23
dipendere, per esempio, da eventi epidemici, che portavano allʼado-
zione di misure restrittive da parte delle autorità sanitarie, con gravi
ripercussioni sul movimento marittimo-commerciale.
20 Ivi, in particolare i volumi di cautele dal 38 al 47 per i ʻraziociniʼ dal 1743-1744
al 1805-1806.
21 Ivi, vol. 40, ʻraziocinioʼ dellʼanno 1766-1767, c. 740r e v. Probabilmente, negli
anni successivi si utilizzò una contabilità separata, come si evince da un documento del
1809 comprovante la consegna delle quote incamerate dal procuratore Luigi Di Franco
per la piazza di Termini, per conto del rettore pro tempore Mariano Buonocore, pari a
21 onze, 26 tarì e 14 grani, «le stesse esatte da diverse persone per conto di detta Chiesa»
(Asp, Not. Francesco Saverio Cirafici, Palermo, min. 26520, c. 74r e v, 5-12-1809).
Dall’ammontare dell’importo si deduce che il valore delle merci movimentate dai «napo-
litani» operanti in quella dogana era stato di 6567 onze (21 onze = 12600 grani, 26 tarì
= 520 grani; quindi, 12600+520+14 = 13134 grani/2 = onze 6567).
22 Mancano i ʻraziociniʼ di quattro anni indizionali: 1774-1775, 1775-1776, 1776-
1777, 1777-1778.
23 G. Giarrizzo, La Sicilia dal Cinquecento allʼUnità dʼItalia, in V. DʼAlessandro, G.
Giarrizzo, La Sicilia dal Vespro allʼUnità dʼItalia, vol. XVI della Storia dʼItalia, Utet, To-
rino, 1989, p. 449.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)