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Venezia e la globalizzazione (secoli XVII-XVIII) 283
in primo luogo la tradizionale rivale di Venezia, la Repubblica di Ge-
nova. È questo un confronto con Genova non irrilevante, in quanto ci
obbliga a guardare alle strategie commerciali e ancor più finanziarie
che hanno caratterizzato le due Repubbliche. Sembra proponibile l’in-
terpretazione secondo la quale la Repubblica di Genova, obbligata ad
optare da un lato per una più dinamica presenza nel Mediterraneo,
dopo una stagione di successi commerciali a ritroso nel tempo nel Mar
Nero , dall’altro optasse per un ruolo più attivo nelle Americhe .
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L’espansione verso le Americhe, nell’ambito della quale Genova svolse
un’incisiva attività di carattere finanziario (come un’abbondante lette-
ratura ha da tempo sottolineato, forse più per le più favorevoli oppor-
tunità che tali imprese le offrivano rispetto al settore manifatturiero,
nel lungo periodo meno fondamentale a un confronto con il caso ve-
neziano ) indubbiamente la spinse ad abbandonare il settore orien-
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tale dominato da presenze quali l’Impero ottomano e la Russia. Con
questi ultimi Venezia sembrò svolgere delle politiche più accomodanti
e quindi vincenti nel lungo periodo.
Un aspetto caratterizzò comunque la Repubblica della Lanterna ri-
spetto alla Dominante, vale a dire il ruolo sempre più invasivo della
Casa di San Giorgio nell’ambito delle istituzioni cittadine e in particolar
modo nel settore finanziario, del quale Venezia non sembra aver appro-
fittato quanto la sua rivale. E’ possibile quindi che tale aspetto rappre-
senti un elemento di debolezza per Venezia nel quadro della ristruttu-
razione della sua economia. Il peso del coacervo di interessi economici
che la casa di San Giorgio espresse non ebbe tuttavia confronti con Ve-
nezia, dove certamente gruppi ristretti e le tradizionali famiglie patrizie
controllavano i gangli del potere amministrativo e politico configurando
22 S.P. Karpov, L’impero di Trebisonda. Venezia Genova e Roma, 1204-1461. Rapporti
politici, diplomatici e commerciali, Il Veltro, Roma, 1986, p.109; G. Harlaftis, Black Sea
and its maritime networks, 1770s–1810s. The Beginnings of its European Integration,
in Maritime Networks as a Factor in European Integration, Firenze University Press,
Firenze, 2019, pp. 355-382; N. Di Cosmo Mongols and Merchants on the Black Sea
Frontier in the Thirteenth and Fourteenth Centuries: Convergences and Conflicts, «Journal
of World History», 10, 2005, pp.1-40 (l’autore interpreta l’arretramento di Genovesi e
Veneziani dal Mar Nero e soprattutto il mancato mantenimento di fiorenti rapporti com-
merciali con la Cina a causa dell’incapacità e scarsa volontà di stabilire dei rapporti
diplomatici ed economici diretti con l’Impero Celeste).
23 G. Felloni, Gli investimenti finanziari genovesi in Europa tra il Seicento e la Restau-
razione, Giuffrè, Milano, 1971; C. Brilli, Coping with Iberian monopolies: Genoese trade
networks and formal institutions in Spain and Portugal during the second half of the
eighteenth century, «European Review of History: Revue européenne d'histoire», 23, n.3
(2016), pp. 456-485.
24 Fernand Braudel interpreterebbe nella direzione opposta («Plus que Venise, en
effet, elle a participé à la montée industrielle européenne des XVIIe et XVIIIe siècles…»:
Le temps du monde cit., p.141).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)