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                   1. Bassa redditività delle vigne e produzione vinicola qualitativa-
                mente insufficiente .
                                   60
                   Nonostante  la  rilevanza  dell’industria  vinicola  e  una  produzione
                media annua di 3.520.000 ettolitri di vino, con un guadagno di 8 lire
                per ettolitro, l’export sabaudo di tale ramo del commercio precipitava
                ai soli 143.286,80 ettolitri valutati 12 lire per ettolitro, per un totale di
                1.718.841,60 lire introitate dallo smercio estero contro le ben più cor-
                pose 28.160.000 lire provenienti dal consumo interno. Il reddito netto
                di una giornata  di vigne non era infatti sufficientemente elevato da
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                poter garantire una fruttuosa esportazione all’estero.
                   Delle 240 lire ricavate in media da una giornata di vigne, 30 ettolitri
                del valore di circa 8 lire cadauno, soltanto un terzo rimaneva al pa-
                drone; oltre alle spese di coltivazione e gli interessi del capitale impie-
                gato nel piantare la vigna già dedotti (capitale che rimaneva infruttifero
                per almeno tre anni), da queste 80 lire bisognava ulteriormente sot-
                trarre l’importo delle imposizioni pubbliche, le spese per i cantinieri
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                e per gli operai impegnati nella produzione del vino, le spese per la
                conservazione del medesimo, il consumo di vino dal tempo della svi-
                natura a quello della vendita, l’interesse del capitale impiegato nella
                costruzione delle cantine, dei vasi vinari e degli utensili atti alla fab-
                bricazione del vino, le spese di manutenzione dei medesimi e gli even-
                tuali  danni  causati  dalla  grandine,  il  tutto  per  un  valore  di  36  lire
                all’anno (1.20 lire per ettolitro) che riducevano il reddito netto a 44
                lire. Infine, il valore aggiunto dalle vinacce vendibili per realizzare l’ac-
                quavite, ovvero 3.60 lire (12 centesimi per ettolitro), portava il reddito
                netto a 47.60 lire .
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                   Assieme allo scarso reddito per ogni giornata di terreno, che non
                consentiva  al  produttore  di  effettuare  vantaggiose  spedizioni  fuori-
                porta, andava poi considerato il problema della qualità del prodotto. I
                seppur  buoni  vini  piemontesi  delle  Langhe,  dell’Astigiano,  del



                   60  Nonostante la progressiva tendenza ottocentesca alla crescita delle superfici vi-
                tate, la produzione vinicola piemontese rimase infatti essenzialmente finalizzata all’au-
                toconsumo per tutta la prima metà del XIX secolo. F. Larcher, P. Gullino, C. Tosco, Il
                paesaggio rurale e le trasformazioni agronomiche, in S. Montaldo (a cura di), Il Risorgi-
                mento  nell’Astigiano  nel  Monferrato  e  nelle  Langhe,  Cassa  di  Risparmio  di  Asti,  Asti,
                2010, pp. 79-84.
                   61  Una giornata piemontese, antica unità di misura di superficie, equivaleva gene-
                ralmente a 3.810 mq.
                   62  I cantinieri erano responsabili del processo di vinificazione e delle fasi di fermen-
                tazione e di invecchiamento del vino in cantina.
                   63  P. di Prasco, Sul miglioramento dei vini del Piemonte, in R. Ragazzoni (a cura di),
                Repertorio d’agricoltura e di scienze economiche ed industriali, vol. IV, Tip. Speirani e
                Ferrero, Torino, 1846, pp. 45-47.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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