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                zolfo, il cui sfruttamento nella maggior parte dei casi replicò i metodi,
                i  sistemi  e  i  vizi  di  un’agricoltura  connotata  da  contratti  di  affitto
                angarici e di breve durata, da scarsissimi investimenti e da un’insuf-
                ficiente  competenza  tecnica,  in  cui  la  riduzione  del  rischio  di  im-
                presa,  o  le  conseguenze  delle  inevitabili  fluttuazioni  di  mercato,
                erano fatte gravare sulla massa dei lavoratori: «L’economia dello zolfo
                riprende  i  caratteri  di  quella  del  grano  anche  nei  tipi  di  contratto
                posti in essere per la produzione e la commercializzazione del mine-
                rale. [Inoltre], identica è la tipologia contrattuale che lega proprietari
                e affittuari dei campi di grano e delle miniere» . Simili presupposti,
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                ovviamente, costituivano gravi tare che non consentivano di attivare
                tutte quelle misure necessarie per poter sfruttare al meglio, o quan-
                tomeno in maniera razionale, quell’enorme ricchezza che giaceva an-
                cora sepolta.
                   Questo stato di cose induceva l’anonimo autore di un acuto inter-
                vento sui nuovi provvedimenti per la industria e lo spaccio del solfo ,

                apparso agli inizi degli anni Trenta sugli «Annali civili del Regno delle
                Due Sicilie», a formulare ironicamente la seguente domanda: «Ora il
                primo pensiero che dee ricorrere alla mente di chi legge, è come mai i
                padroni delle solfatare in Sicilia non sieno di già ricchi oltremodo?» ;
                                                                                  13
                fornendo questa risposta beffarda: «Di essi avveniva come di certe no-
                bili ed antiche famiglie, le quali gloriose d’un nome chiaro nella storia,
                e col possesso di grandi facoltà, si avvisarono abbandonare ad altri
                ogni  cura  delle  loro  ricchezze;  e  queste  scemando  d’anno  in  anno,
                senza che punto scemassero il fasto e i bisogni della casa: di breve
                tempo agli antichi Signori non rimase che il tardo pentimento» . In-
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                fatti, così come era avvenuto per la terra, che solo in parte si trasferì
                lungo un asse verticale (dalla nobiltà alla classe dei civili) , in maniera
                                                                       15
                analoga anche quei fondi al di sotto dei quali si trovavano i bacini zol-
                fiferi  rimasero  per  lo  più  nelle  disponibilità  delle  grandi  famiglie


                Giarrizzo, Morano, Napoli, 1990, pp. 221-231; M. Rizza, La rescissione delle soggioga-
                zioni in forza del decreto 10 febbraio 1824. Primi risultati di una indagine archivistica,
                «Archivio Storico Siciliano», s. IV, VII (1981), pp. 297-329.
                   12  A. Blando, Da un “monopolio naturale” all’altro: il grano e lo zolfo siciliano, in B.
                Salvemini (a cura di), Lo spazio tirrenico nella “grande trasformazione”. Merci, uomini e
                istituzioni nel Settecento e nel primo Ottocento, Edipuglia, Bari, 2009, p. 28.
                   13  Delle Solfatare in Sicilia e de’ nuovi provvedimenti per la industria e lo spaccio del
                solfo, «Annali civili del Regno delle Due Sicilie», XVIII (1838), p. 27.
                   14  Ibidem.
                   15  «Le assegnazioni forzose condussero […] ad una vasta redistribuzione della terra,
                che rimase però in gran parte circoscritta nell’ambito delle vecchie classi proprietarie,
                pur favorendone in modo particolare due settori, come la Chiesa e, entro certi limiti più
                ristretti, la nobiltà minore o provinciale», R. Romeo, Il Risorgimento in Sicilia, Laterza,
                Roma-Bari 2001 4 . Cfr. A. De Francesco, Il giovane Romeo alla ricerca del Risorgimento
                in Sicilia, «Mediterranea. Ricerche storiche», 11 (2007), pp. 517-544.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Agosto 2021
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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