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114 Renzo Sabbatini
Firenze giunge notizia che, sulla via di Genova per fine mandato, pas-
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serà da Lucca per Santa Croce l’inviato inglese Davenant : per lui l’Of-
fizio propone un «regalo di commestibili nella somma di scudi 60», e
non di quaranta scudi come è prassi, «così [il re Giorgio] non possa for-
malizzarsi delle finezze e cortesie dimostrate e che è per dimostrare la
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Republica nella persona del re Giacomo» .
Le preoccupazioni della Repubblica e la vita a corte
In questo clima, le preoccupazioni della Repubblica per le ripercus-
sioni internazionali si accrescono. E, nel contempo, si moltiplicano le
attenzioni verso le «maestà britanniche», affidate ai trattenitori della
regina, Giovan Battista Spada con la moglie Camilla, al trattenitore del
re, Raffaello Mansi accompagnato dalla moglie Maria Luisa, al com-
missario Giovan Battista Sesti, a madama Eufrosina Sardi. Spada e
Mansi hanno l’obbligo di inviare all’Offizio sopra le Differenze a giorni
alterni dettagliati resoconti: sulla scorta delle loro missive (con gli echi
che suscitano in Consiglio) e di quelle che il cancelliere dell’Offizio invia
all’agente Fatinelli a Roma, voglio accennare solo ad alcuni aspetti
finora poco trattati, tralasciando invece i particolari della vita quoti-
diana della corte, già oggetto – come segnalato in apertura – di atten-
zione storiografica.
In primo luogo, a turbare i governanti lucchesi è la presenza ai
Bagni di qualche inglese «del partito contrario»: si tratta di una piccola
comitiva (un mercante di stanza a Livorno con moglie o figlia e due gio-
vani di bottega) che – contro la pretesa di Clementina – sarebbero stati
sentiti dire che «l’Inghilterra non ha regina». Spada si mobilita imme-
diatamente e ridimensiona l’episodio: «Se ciò fu vero, sarà stato tra-
sporto d’una femina di poco giudizio. Per altro stanno tutti molto
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ritirati, e non si lasciano vedere per il Bagno» ; in ogni caso – soggiunge
– sono sul piede di partenza. E inoltre sono stati come conquistati dalla
al trattenitore, «di più pregato della segretezza, perché non ne arrivi la notitia alla corte
di Vienna, sul reflesso di poter meglio servire all’occasione l’eccellentissimo Consiglio
con essere creduto impartiale».
66 Sul personaggio, vedi Ingamells, A Dictionary cit., ad vocem; S. Forlesi, Diplomazia,
letteratura ed editoria nella Toscana del primo Settecento: Henry Davenant e Anton Maria
Salvini, in Il libro. Editoria e pratiche di lettura nel Settecento, a cura di L. Braida e S.
Tatti, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2016, pp. 293-304; M. Al Kalak, Henry
Davenant. Mediazione e diplomazia tra Italia e Inghilterra, in Diplomazia e comunicazione
letteraria cit., pp. 55-70; Fedi, ‘Piste’ inglesi cit., pp. 159-161.
67 Differenze 107, 10 settembre 1722, pp. 506-510.
68 Segretari 108, 24 luglio 1722.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018 n.42
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)