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Sabbatini (saggi)_6 25/04/18 11:48 Pagina 115
Una Repubblica tra due re. La visita a Lucca del pretendente Stuart nelle settimane dell’Atterbury Plot 115
grazia con la quale la regina (informata) li ha salutati, per cui non rap-
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presentano certo un pericolo .
Poi c’è la comparsa in paese di un misterioso “pellegrino”: «un huomo
assai grande, magro, con cappa oscura e mantellina da pellegrino, di
nazione siciliano, che ieri sera assai tardi dimandò di vedere i bagni, et in
specie volle vedere quello della regina». Inquietato, Spada interroga l’oste
che lo ospita e scopre che il personaggio mostra di conoscere, almeno per
nome, un cavaliere della corte Stuart; con un escamotage il trattenitore
riesce a farli incontrare e registra che i due parlano tranquillamente per
mezzora. Da questo «e dall’aver inteso che si trattò bene a pranzo et a
cena, e che pagò, e che questa mattina v’era anche, m’usci ogni sospetto,
et ho creduto che sia persona cognita e che forse se ne servino». Dalla
richiesta di cacciare il “pellegrino”, avanzata con strepito dal confessore
della regina, Spada deduce che vi siano dei segreti che a padre Brown non
vengono partecipati. Ma soprattutto – per quanto diremo tra poco – è inte-
ressante la notazione che fa ai tre del Magistrato: «Mi è convenuto maneg-
giare questo negozio con qualche attenzione per non scoprirmi appresso
la corte di informarmi dei suoi andamenti, e per l’altra parte non dar a
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conoscere ad alcuno del paese quello che avevo operato» .
A complicare la vita dei governanti lucchesi è l’arrivo ai Bagni del
duca Doria di Tursi e della consorte: è un Grande di Spagna, in passato
generale delle galere «alle quali si trasmettevano li nostri forzati»; è
venuto a Lucca numerose altre volte, l’ultima nel 1705 quando è stato
omaggiato con un regalo di commestibili per un valore di quaranta scudi,
al quale i sei delle Differenze propongono di attenersi anche in questo
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caso . Si tratta di una presenza ingombrante di per sé, e ancor più lo
diventa per una vicenda che potrebbe rientrare nella categoria del
“colore” se non fosse che coinvolge il principio di sovranità. Per animare
una serata, i sovrani chiedono all’estroso cavadenti maltese «vestito alla
levantina» – fatto venire dalla regina «perché accomodasse i suoi denti»
– di recitare e ballare. Il saltimbanco ottiene anche degli applausi, ma il
duca apostrofa il giovane figlio, che partecipa alla messinscena vestito
da Truffaldino, dicendogli di aver visto anni prima a Palermo suo padre
al remo in una galera. Il ragazzino replica prontamente «che suo padre
non era mai stato in galera, e se non l’havesse creduto gl’averebbe fatto
69 «Tornò di nuovo (voltata indietro) a risalutarli con tutta la grazia, tanto che con-
fessarono gl’inglesi che avevano sentito in loro gran movimento di respetto e di tenerezza
verso una principessa sì gentile e sì obbligante. Da che potrà facilmente dedurre l’Ill.
Magistrato che non è pericolo che diano motivo alcuno d’osservazione» (Consiglio 684,
25 luglio 1722, pp. 1749-1750).
70 Consiglio 684, 28 luglio 1722, pp. 1745-1748.
71 Differenze 107, 1 agosto 1722, pp. 360-363.
n.42 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)