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Sabbatini (saggi)_6 25/04/18 11:48 Pagina 120
120 Renzo Sabbatini
casa antica, ricchissimo e che ha servito nel governo passato in qualità d’ami-
raglio. Questo signore averebbe voluto esser ammesso al secreto, et tener cari-
che in corte (per quanto ho possuto scoprire), il che non gli è stato accordato,
non che non si fidi di lui, che lo conosce per un huomo tutto buon cuore, e
pieno d’onore, ma perché ha […] scoperto troppo ardore e troppo fuoco nella
sua condotta; e convenendo a questa corte di fare i suoi maneggi con la mag-
gior circospezione per le ragioni ben note, non ha bisogno d’aver persone
appresso di sé che la vogli avvanzare nel corso. […] La corte non si curava
troppo che questo signore si trattenesse qua, ma né meno credo [non] siasi
curata che sij partito disgustato, perché avendo egli un figlio nel Parlamento
favorevole alla maestà sua, ma coperto, potrebbe il padre distaccharlo con pre-
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giudizio del re .
In effetti, il molto tempo che Peregrine Osborne, duca di Leeds, tra-
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scorse con il Pretendente a Livorno poche settimane più tardi , sembra
indicare che non ci sia stato alcun allontanamento dalla causa Stuart.
Da Livorno , dove si si è recato John Hay , giungono a distanza di
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pochi giorni l’uno dall’altro, il console di Francia e quello di Spagna;
ambedue invitati a cena dai sovrani, «ma che sì l’uno che l’altro stes-
sero in longa e secreta conferenza non è a mia notizia, et ora sarebbe
difficile il rinvenirlo», scrive lo Spada. Potrebbe anche non esserci alcun
mistero e i consoli esser venuti «come capi in Livorno di due nazioni
amiche delle maestà loro». La verità «con tutta l’attenzione che vi si dia
non può riuscire di penetrare, perché tutto si fa dentro le scene, e
niente comparisce in vista, voglio dire che qui al più il secreto sta in
tre o quattro persone di fede pienissima, e molte volte la maestà del re
scrive da sé, quando sono cose di molto premurose». E tuttavia Spada
non perde occasione di captare il clima che si respira a corte:
Questa mattina passeggiando e discorrendo con persona di garbo della
corte, e dimandandogli se le maestà loro stavano bene, mi ha resposto che sì,
et il re essere allegrissimo. Ho subito ripreso che l’avevo osservato io ancora
nel giorno di ieri alla spasseggiata; che lo pregavo a dirmi se v’era qualche
87 Segretari 108, Foglietto secreto per l’Ill. Magistrato, 20 agosto 1722. Il dispaccio si
chiude con la raccomandazione «di voler tener secreto quest’aviso, e che sij venuto da me».
88 Ingamells, A Dictionary cit., ad vocem.
89 Sugli inglesi a Livorno è da vedere il bel contributo di D. Pedemonte, La borsa e la
cifra. Alcune riflessioni sull’attività spionistica inglese ai danni del pretendente Stuart tra
gli anni Venti e Trenta del Settecento, «Mediterranea – Ricerche storiche», XI, 2014, n. 32,
pp. 525-552.
90 Partendo aveva detto di passare da Firenze «per vedere molte cose rare di quella
città, lasciate indietro per quattro altre volte che vi era passato»; ma Spada confida a
Mansi di non ritenersi affatto appagato da questa “verità”: «crederei più tosto che la di
lui missione a Firenze fosse per regolar meglio la cosa delle lettere, e quella di Livorno
per pigliar del denaro» (Segretari 108, Per l’Ill. Magistrato, 21 agosto 1722).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018 n.42
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)