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per comprendere più in profondità i riflessi della politica religiosa e
festiva patrocinata da Bonaparte all’indomani della firma del Concor-
dato nelle aree più remote e geograficamente lontane dalla capitale
francese. Nonostante il radicato interesse degli specialisti per le inizia-
tive maturate da Napoleone in campo diplomatico e malgrado il sensi-
bile rinnovamento degli studi sull’evoluzione dei rapporti intessuti fra
la Francia e la Santa Sede in età consolare e imperiale, l’argomento è
stato oggetto, fino a questo momento, di una trattazione alquanto limi-
tata, circoscrivibile ai lavori pubblicati presso le congregazioni religiose
più attive nel campo dell’evangelizzazione, o rintracciabile – in verità
in forma contenuta e del tutto episodica – in alcuni approfondimenti
1
di carattere monografico dedicati alle singole località d’oltremare . Lo
studio di questo tema, che ha dunque sinora occupato uno spazio del
tutto marginale in ambito specialistico, consentirebbe al contrario – se
affrontato in maniera sistematica e se osservato su più ampia scala –
di colmare un significativo vuoto storiografico. Oltre a offrire una più
estesa conoscenza dell’attività svolta dalle rappresentanze consolari
dipendenti da Parigi, l’analisi darebbe la possibilità, in primo luogo, di
fare maggiore chiarezza sulle strategie che furono perseguite dal regime
napoleonico allo scopo di diffondere, anche nelle aree più periferiche e
difficilmente controllabili dal governo centrale, le novità introdotte da
Bonaparte in materia di culto e in ambito liturgico ai fini di amplificare
la sacralizzazione del proprio potere politico; una questione di cui negli
anni più recenti si sono in più di un’occasione valutati gli sviluppi, seb-
2
bene limitatamente al solo territorio francese, belga e italiano .
In secondo luogo, lo studio di tali relazioni consentirebbe anche di
osservare più da vicino le risposte offerte dalle singole comunità reli-
1 F. Charles-Roux, Bonaparte et la Tripolitaine, «Afrique française», 1925, pp. 397-
398; 1926, pp. 474-477; Id., Naudi et le rétablissement des relations entre la France et
Tripoli en 1802, «Revue de l’Histoire des Colonies Françaises», 1929, pp. 1-44; C. Della
Valle, Due secoli di tentativi missionari italiani verso il Fezzan (1670-1870), «Rassegna Ita-
liana», XVI (1933), vol. XXXIV, pp. 947-950; F. Rovere, Missione francescana della Cire-
naica. Cronistoria dal 1689 al 1921, dattiloscritto, Bengasi, 1961; E. Rossi, Storia di Tripoli
e della Tripolitania dalla conquista araba al 1911, (ed. postuma a cura di M. Nallino), Isti-
tuto per l’Oriente, Roma, 1968; T. Filesi, L’attenzione della S. Congregazione per l’Africa
settentrionale, in Sacrae Congregationis de Propaganda Fide memoria rerum. 350 anni a
servizio delle Missioni (1622-1972), vol. I, t. II, Roma-Freiburg-Wien, 1972, pp. 377-412;
vol. II, 1973, pp. 845-881; vol. III, 1975, pp. 154-168; S. Bono, Storiografia e fonti occi-
dentali sulla Libia (1510-1911), L’Erma di Bretschneider, Roma, 1981, pp. 52-53.
2 Sul punto si rinvia, in particolar modo a J.-O. Boudon, Napoléon et les cultes. Les
e
religions en Europe à l’aube du XIX siècle. 1800-1815, Fayard, Paris, 2002, pp. 205-222;
M. Broers, The politics of religion in Napoleonic Italy: the war against God, 1801-1814,
Routledge, London-New York, 2002, pp. 86-145.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018 n.42
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)