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eredi a far celebrare i suffragi per l’anima del loro parente, e, nel caso
di negligenza o di opposizione, di supplire e disporre «eleemosinas,
missas, vel alia opera pia», cercando di agire «per concordiam», e se
non possibile, ricorrere a tutti i rimedi ritenuti necessari, anche alle
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censure ecclesiastiche .
L’intervento della Congregazione dei Cardinali non era stato risolu-
tivo, anzi, per la chiara posizione favorevole ai vescovi, aveva reso
ancora più acuto lo scontro con le autorità centrali napoletane e con
gli stessi eredi, come attestano i numerosi casi di contrasto alla pratica
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dei testamenti dell’anima, registrati nel corso del XVII secolo .
L’alto livello di conflittualità spinse gli ambienti ecclesiastici a
intervenire in maniera più organica nella delicata materia. In tal
senso, degna d’attenzione è l’analisi condotta dal venosino Giovanni
Battista De Luca (giurista, avvocato, sacerdote e cardinale nel 1681,
a due anni dalla morte, avvenuta nel 1683), che, tra il 1669 e il 1673,
diede alle stampe una ponderosa opera in 15 volumi (Theatrum veri-
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tatis et justitiae) , frutto della sua lunga esperienza forense in cause
canoniche e civili. Le considerazioni del De Luca sulla legittimità
della prassi dei testamenti dell’anima («An, et quando Episcopus con-
cedere possit testamentum ad pias causas, sive, ut dicitur pro
anima, pro morientibus ab intestato. Et quatenus possit, quomodo
practicari debeat») erano state indotte dalla controversia sorta in
seguito alla morte dello spagnolo Antonio de Ximenes, conte di
Aranda, morto senza aver fatto testamento, e sul cui patrimonio,
rivendicato dai suoi successori legittimi, l’arcivescovo aveva proceduto,
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come da antica consuetudine, a fare il testamento in loco defuncti ,
disponendo ad pias causas dell’ingente somma di 150.000 scudi. Nel
55 F. de Estrada, Discursus iuridicus cit.; B. Chioccarello, De Testamentis cit., c. 45r.
56 I documenti sono conservati in Asn, Delegazione della Real Giurisdizione (vol. 177,
fascicoli 9, 12, 14, 26, 28; vol. 179, fasc. 59; vol. 180, fasc. 38; vol. 182, fasc. 30; vol.
183, fascicoli. 47, 72; vol. 184, fasc. 50; vol. 185, fasc.8; vol. 187, fascicoli 9-10; vol.
188, fasc. 8; vol. 190, fascicoli 34, 82; vol. 191, fasc. 25; vol. 192, fasc. 17; vol. 199,
fasc. 9. Un’analisi di tale documentazione è in F. Gaudioso, Tra consuetudine e abusi
cit., pp. 501-524.
57 G.B. De Luca, Theatrum veritatis et justitiae, sive decisivi discursus per materias.
Seu titulos distincti, et ad veritatem editi in forensibus controversiis Canonicis et Civilibus,
in quibus in Urbe Advocatus pro una partium scripsit, vel consultus respondit. Liber nonus,
cuius I. Pars de Testamentis, Codicillis, et ultimis voluntatibus; II: de Haerede, et Haeredi-
tate; III. de Legitima, Trebellianica, et aliis detractionibus. Cum nonnullis recentissimis
Sacrae Rotae Romanae Decisionibus, qui antea in Supplementis extabant, suis locis optime
adjectis, Paolo Balleonio, Venezia, 1706.
58 Sulla prassi dei testamenti in loco defuncti nella Spagna moderna (con particolare atten-
zione all’arcidiocesi di Saragozza), cfr. N. Rapún Gimeno, La intervencion de la Iglesia cit.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018 n.42
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)