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Botteghe organarie in Sicilia: dai Guzzio ai Pergola di Castelbuono (1668-1889) 75
costruiti ex novo dal maestro e rimane pertanto incerto se egli si sia
limitato ad intervenire soltanto per riparazioni, manutenzioni e accor-
datura o anche per fabbricarne, come è probabile.
Continua la tradizione dei Guzzio di Castelbuono mastro Giuseppe,
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che nel 1724 compare a Petralia Soprana . Pochi anni dopo, nei conti
del 1726/27, i rettori della chiesa madre di Collesano annotano che
viene erogata la somma di quasi un’onza e mezza «a mastro Giuseppe
Guzio di Castelbuono maestro organaro per avere conzato» e accordato
l’organo della stessa, mentre l’anno dopo interverrà su quello della
chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta . L’attività di Giuseppe non
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si limita all’accordatura e alla semplice manutenzione degli organi.
Risulta, infatti, che nel 1729 si obbliga col sacerdote Pietro Ferraro,
procuratore della chiesa di S. Teodoro di Petralia Soprana, a costruire
un organo nuovo per la citata chiesa . L’organo dovrà essere «a tuono
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di palmi cinque con sua prospettiva di canne di stagno al numero di
26» e presentare cinque registri di cui «uno di principale e altri quattro
di ripieno». Lo strumento, da consegnare a Petralia Soprana entro il
mese di giugno, ha un costo di 10 onze di cui 6 da riscuotere in anti-
cipo, 2 alla consegna ed il resto successivamente (Documento n° 1).
Pure impegnativo è l’intervento che mastro Giuseppe esegue nel
1737 sull’organo della chiesa madre di Ciminna , nell’entroterra ter-
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mitano. Nell’ottobre di quell’anno si obbliga con la maramma della
chiesa a riparare l’organo in tutto quello di cui bisogna, sia quanto a
registri che a canne, e ad ampliare lo strumento: dovrà aggiungere
quattro canne di contrabbasso e un registro di ottavino unisono all’ot-
tavina già esistente nell’organo. Prezzo pattuito per il materiale e la pre-
stazione 12 onze, con la clausola che il maestro sarebbe ritornato da
Castelbuono a Ciminna per intervenire di nuovo sull’organo, qualora
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qualcosa non avesse funzionato a dovere . Si tratta di una prestazione
svolta in un centro abbastanza lontano da Castelbuono, tale da far
pensare che la notorietà dell’organaro castelbuonese fosse alquanto
diffusa.
Ancora a Collesano, nel 1746, si obbliga con l’Università, e per essa
con tre dei giurati (magnifico Antonino Gallo, utriusque juris doctor prof.
Don Giuseppe Zito, Francesco De Figlia) a intervenire sull’organo sei-
13 Ivi
14 R. Termotto, Organi e organari cit. pp. 7-8.
15 Asti, not. Paolo Inguaggiato, vol. 1043, II serie, cc. 114r-115v, Petralia Soprana,
22 marzo 1729. Debbo la segnalazione dell’atto alla cortesia di Salvatore Anselmo che
ringrazio.
16 G. Cusmano, Gli organi delle chiese di Ciminna. Storia, arte, maestranze e tecnica
dal XVI al XIX secolo, Palermo, 2002, pp. 20-21.
17 Ivi.
n.42 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)