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sull’organo della chiesa che così riporta: OPERA BONA FECIT ONOFRIO GUZ-
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ZIO NACQUE CASTRIBONI TUSA ABITANTE . Sembra che la sua attività si con-
cluda nel 1793 e con lui finisce per sempre la presenza dei Guzzio nel
campo dell’arte organaria, documentata finora per il periodo 1668-
1793, per tre generazioni successive.
Riteniamo che una mirata ricerca sui notai del Settecento e sui libri
dei conti coevi delle chiese del comprensorio nebrode-madonita, ad oggi
parziale, finirà per svelare la reale portata dell’attività della famiglia
Guzzio. Tra l’altro, un buon numero di organi settecenteschi di chiese
castelbuonesi, tuttora esistenti, sono ascritti ancora ad autori ignoti.
Si tratta degli organi dell’Annunziata, di S. Nicola e del Crocifisso che
dalla verifica documentaria potrebbero risultare proprio dei Guzzio .
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Mentre sono in attività organari della famiglia Guzzio, come ricor-
dato dall’ultimo quarto del Seicento fin quasi a tutto il Settecento, a
Castelbuono, dall’analisi a tappeto degli atti notarili locali, si registra
la presenza di un solo “intruso” forestiero: il palermitano mastro
Mariano Andronico, che proprio nel centro madonita detta il proprio
testamento certamente poco prima di morire. Il testamento aggiunge
nuovi significativi tasselli all’attività dell’organaro palermitano, finora
noto soltanto come autore dell’organo della chiesa dell’Immacolata di
Valledolmo, attribuitogli per via di una iscrizione sullo stesso, MAPFAD
1760, concordemente sciolta in Marianus Andronico Panormitanus Fecit
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Anno Domini 1760 . Ritrovatosi a Castelbuono per costruire un piccolo
organo per il locale conservatorio di S. Anna, il 4 giugno 1764 Mariano
Andronico si trova nella necessità di dettare il proprio testamento col
quale chiede di essere sepolto nella sepoltura del Crocifisso dentro la
Matrice Vecchia e nomina esecutrice testamentaria ed erede universale
la sorella suor Giuseppa Rosalia, bizocha dell’ordine di S. Francesco .
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Oltre a vari legati per altri eredi, fra i quali il fratello Giacomo, noto
maestro organaro, il testamento rivela uno squarcio dell’attività di
Mariano, documentandone l’opera a Cefalù, a Santo Stefano di Cama-
stra, ad Alia e in diverse chiese di Palermo. Lo stesso maestro risulta
inoltre costruttore di pianoforti. Infine egli dispone che, con le oltre
quattordici onze dovutegli dal venerabile conservatorio di S. Anna di
37 Debbo la segnalazione al maestro organaro Francesco Oliveri che sentitamente
ringrazio.
38 Per gli organi castelbuonesi cfr. l’approfondito studio di D. Cannizzaro, Cinquecento
anni, cit., pp. 53-64.
39 Ivi, pp. 151-152.
40 Asti, not. Vincenzo Torregrossa, vol. 2937, cc. 527r-530v, Castelbuono, 4 giugno
1764. Cfr. inoltre D. Cannizzaro, R. Termotto, Mariano Andronico elegante interprete
dell’arte organaria settecentesca a Santo Stefano, in N. Lo Castro (a cura di), Santo Ste-
fano di Camastra la città del Duca, Santo Stefano di Camastra, 2012, pp.185-188.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018 n.42
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)