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                 centesco della chiesa madre (organo di Antonino La Valle) per realizzare
                 otto contrabbassi «uguali a quelli della Matrice di Castelbuono bene
                 accordati e sonori…con collocarli in detto organo e far che sonassero
                 con quello di accordio e che siano di abbito veneziano con farci il suo
                 controbancone». Il tutto da consegnare entro il mese seguente per la
                 somma di 6 onze, con patto che, durante il corso della sua vita, si
                 intenda obbligato a «buonificare» i contrabbassi, ogni qual volta si «deva-
                                                                                 18
                 stassero di tuono», tranne che non fosse dovuto a «causa di fuoco» .
                    Nel marzo 1754, due figli del maestro, il sacerdote Michelangelo e
                 «magister Leonardus loguzzio fratres, filii ditti magistri Joseph loguz-
                 zio», ratificano a Castelbuono il contenuto di un contratto stipulato dal
                                                                                   19
                 padre nella città di Cefalù con la locale società di S. Maria dell’Itria .
                 L’atto contiene copia del contratto originale rogato dal notaio Lucio
                 Neglia. Con esso, «Joseph Gussio civitatis Castriboni» vende al gover-
                 natore don Giovanni Cefalù un organo per «servitio dicte Societatis e
                 della stessa forma, modo e maniera che esiste nella chiesa dell’Archi-
                 confraternita della SS. ma Annunciata in questa città di Cefalù». L’or-
                 gano, da consegnare entro il 15 maggio per la somma di 10 onze,
                 doveva essere «ben visto» al sacerdote Giovanni Carta, maestro di cap-
                 pella della città. L’organaro riceve un acconto di 2 onze ed il resto in
                 altre due rate. L’atto, che dovrà essere ratificato dai due figli che si
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                 obbligano in solidum col padre , riguarda soltanto la vendita e non un
                 obbligo di costruzione, ma non c’è dubbio che il costruttore dell’organo
                 sia mastro Giuseppe, probabilmente coadiuvato dai figli Michelangelo
                 e Leonardo, per il secondo dei quali è attestata un’attività organaria
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                 nell’anno 1758 . I Guzzio, inoltre, potrebbero essere gli autori dell’or-
                 gano della chiesa dell’Annunziata di Cefalù, indicato a modello per
                 quello dell’Itria. Dei due organi di Cefalù non esiste più traccia.
                    Il testamento che mastro Giuseppe Guzzio detta nel marzo del 1756,
                                                                         22
                 tra l’altro, getta luce sulla composizione della sua famiglia . «Magister
                 Joseph loguzio iacens in lecto infirmus corpore», ma sano nella mente
                 e nell’intelletto, dispone quanto segue. «In primis raccomanda l’anima
                 sua al Sommo e immortale Dio e alla Intemerata sempre vergine Maria
                 e ai santi della Curia Celeste», chiede, poi, che il suo cadavere venga
                 sepolto nella chiesa del Santissimo Crocifisso. Istituisce erede univer-
                 sale «Bartolomea loguzio puellam virginem etatis maioris», sua figlia




                    18  Asti, not. Filippo Cordoni, vol. 6664, c. 918r-v, Collesano, 23 agosto 1746.
                    19  Asti, not. Gaspare Torregrossa, vol. 2740, cc. 182r-183r, Castelbuono, 12 marzo 1754.
                    20  Ivi.
                    21  Cfr. A. Mogavero Fina, La scuola organaria delle Madonie cit.
                    22  Asti, not. Gaspare Torregrossa, vol. 2741, c. 81r e seg. Castelbuono, 24 marzo
                 1756.


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018       n.42
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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