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           La lettera del sangiacco di Valona al conte di Muro

              La battaglia di Otranto del 1480 ha segnato per la Puglia l’inizio di
           un lungo periodo di conflittualità con l’impero ottomano, durante il
           quale i centri costieri albanesi si sono configurati, nell’immaginario
           degli abitanti di Terra d’Otranto, come i porti da cui provenivano le navi
                                                                         1
           nemiche. La stessa flotta turca del 1480 era partita da Valona e da
           questa città venivano i rifornimenti ai turchi durante la loro occupa-
           zione  di  Otranto  e  partivano  per  Kostantiniyye  (Costantinopoli)  gli
                                    2
           schiavi catturati in Puglia . Da allora, le coste pugliesi subirono nume-
                                                                3
           rosi attacchi corsari, almeno fino alla fine del Seicento .
              Eppure, una lettera conservata nell’Archivio Generale di Simancas
           testimonia che i rapporti tra le due sponde dell’Adriatico non sono stati
           sempre  di  mera  belligeranza.  Il  documento  proviene  dalla  sezione
           Estado Alemania, e di seguito se ne riporta la trascrizione:


                 Copia de la l(ette)ra del Sanjach de la velona mandata al Conte de Muro
           A tergo
           A lo Ill(ustrissi)mo S(ign)or Conte de Muro vicere de le provintie de t(er)ra de
           baro et hydrunto suo qnto ad frate hon(oran)do.
           Ill(ustrissi)mo S(ign)or Conte n(ost)ro qnto e frate hon(oran)do salutemo: per el
           Mag(nifi)co Imbassiator M(esse)r Mactheo musero et m(esse)r Joanne ant(oni)o
           marcella v(ost)ro creato una cum lo homo n(ost)ro ad vuj p.o (primo?) mandato
           nj e stato facto intendere il desiderio et avidita quale tene v(ostra) s(ignori)a non
           solum ad perseverar in n(ost)ra amicitia et fraternita, et amicabile practica de
           n(ost)rj subditj, p(er)o fi(n) al p(rese)nte fra noi è stata observata, ma etiamdio
           quella ampliare col resto de tucto il Regno, cum tucta la Turchia: per maiore,
           et comuniore comodita et universale beneficio de tuctj: et certamen p(er)sua-
           dendomi questo essere cosa utile et p(ro)ficua de ambe doe p(ar)te, nce introve-
           nimo  cum  a(n)i(m)o  sincero  et  de  bona  voglia:  vere  p(er)ch(é)  v(ostra)
           Ill(ustrissi)ma S(ignoria) conosce sup(er)ior acioch(é) le cause siano stabili et




              1  H. Houben, La conquista turca di Otranto (1480) tra mito e storia. Atti del convegno
           internazionale di studio, Otranto-Muro Leccese, 28-31 marzo 2007, Congedo Editore,
           Galatina, 2008, p. 178; K.M. Setton, The papacy and the Levant, (1204-1571), vol. II (The
           Fifteenth century), The american philosophical society, Philadelphia, 1978, p. 340.
              2  S. Panareo, Valona nella guerra turco-aragonese del 1480-81, «Rivista Storica Salen-
           tina», 12 (1920), pp. 8-21; I. Schiappoli, Napoli aragonese: traffici e attività marinare,
           Giannini Editore, Napoli, 1972, pp. 121-133; H. Houben, Otranto nel Medioevo: tra Bisan-
           zio e l’Occidente, Congedo Editore, Galatina, 2007, pp. 249-254.
              3  In realtà, le incursioni barbaresche sulle coste pugliesi continuarono fino a tutto il
           Settecento, anche se, ovviamente, gli episodi divennero via via più sporadici e meno pre-
           occupanti (S. Panareo, Turchi e Barbareschi ai danni di Terra d’Otranto,«Rinascenza
           Salentina», a. 1 (1933), pp. 238-240).



           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018       n.43
           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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