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Una amicabile practica tra l’albania e la puglia nel 1514 361
practicavano in essa cita se supplica se digne V. Catholica M.a ad spe-
cial gratia permectere che se possa practicare mercantilmente con
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essi» . Evidentemente, durante il dominio veneziano, Brindisi aveva
intrattenuto con i sudditi turchi di Valona intensi scambi commerciali
che adesso non voleva interrompere. I capitoli presentati al viceré nel
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1509 furono approvati da Ferdinando il 9 luglio dello stesso anno .
La vicenda di Brindisi sicuramente costituisce un precedente impor-
tante per comprendere la amicabile practica di cui parla il sangiacco di
Valona nel 1514, e si affianca ad altri casi che fanno pensare che il
commercio tra cristiani e musulmani nell’Adriatico non fosse al tempo
un’abitudine così inconsueta. Oltre al noto esempio di Venezia, nella
cui laguna mercanti ottomani si recavano a commerciare almeno dal
1419 19 e che, ancora nel periodo qui analizzato, guardava con benevo-
lenza ai traffici tra le due coste dell’Adriatico meridionale, spicca l’im-
portante esperienza anconitana. La Repubblica di Ancona, per tutto il
corso del Medioevo e soprattutto nel XVI secolo, curò un’ampia rete di
commerci con Ragusa e il mondo ottomano, arrivò ad ospitare nella
sua città diversi mercanti greci, albanesi, ragusei e turchi e divenne il
centro nodale di una rotta commerciale che metteva in comunicazione
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Inghilterra, Francia, Firenze e Costantinopoli . Un anno prima della
lettera del sangiacco, i mercanti greci di Larissa, Arta e Giannina si
recarono ad Ancona per richiedere al consiglio municipale una tariffa
doganale di favore. La città non solo gliela concesse, ma accettò anche
la proposta di un’ambasceria di mercanti turchi inviati dal sultano, i
quali chiedevano che tali privilegi venissero estesi a «tutti i sudditi del
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Gran Signore» , secondo una formula molto simile a quella usata dal
sangiacco di Valona quando propone di «includere tuctj carazalj et sub-
ditj del Gran S(igno)re» negli accordi commerciali.
Ritornando ai rapporti tra Valona e la Puglia nel 1514, un altro docu-
mento ci aiuta a comprendere quanto fosse ambivalente, in quel
periodo, il confronto tra le due regioni, in bilico tra atti di pirateria e
sforzi di collaborazione. In particolare, questo testo, che è una raccolta
di Nuevas del Turco, restituisce un’istantanea dei preparativi di guerra
portati avanti dai turchi nel 1514. Il memoriale è indirizzato dallo stesso
conte di Muro all’ammiraglio generale dell’armata del regno, Bernardo
Villamarino, il conte de Capaza (conte di Capaccio); le informazioni ven-
17 Ivi, p. 419.
18 Ivi, p. 246.
19 M.P. Pedani, Ottoman merchants in the Adriatic cit., p. 157.
20 P. Earle, The commercial development of Ancona, 1479–1551, «Economic History
Review», II serie, 22 (1969), pp. 28-44; J. Delameau, Un ponte tra Oriente e Occidente:
Ancona nel Cinquecento, «Quaderni storici», 13 (1970), pp. 26-44.
21 J. Delameau, Un ponte tra Oriente e Occidente cit., p. 32.
n.43 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)