Page 155 - Mediterranea 43
P. 155

Una amicabile practica tra l’albania e la puglia nel 1514        361



             practicavano in essa cita se supplica se digne V. Catholica M.a ad spe-
             cial gratia permectere che se possa practicare mercantilmente con
                  17
             essi» . Evidentemente, durante il dominio veneziano, Brindisi aveva
             intrattenuto con i sudditi turchi di Valona intensi scambi commerciali
             che adesso non voleva interrompere. I capitoli presentati al viceré nel
                                                                             18
             1509 furono approvati da Ferdinando il 9 luglio dello stesso anno .
                La vicenda di Brindisi sicuramente costituisce un precedente impor-
             tante per comprendere la amicabile practica di cui parla il sangiacco di
             Valona nel 1514, e si affianca ad altri casi che fanno pensare che il
             commercio tra cristiani e musulmani nell’Adriatico non fosse al tempo
             un’abitudine così inconsueta. Oltre al noto esempio di Venezia, nella
             cui laguna mercanti ottomani si recavano a commerciare almeno dal
             1419 19  e che, ancora nel periodo qui analizzato, guardava con benevo-
             lenza ai traffici tra le due coste dell’Adriatico meridionale, spicca l’im-
             portante esperienza anconitana. La Repubblica di Ancona, per tutto il
             corso del Medioevo e soprattutto nel XVI secolo, curò un’ampia rete di
             commerci con Ragusa e il mondo ottomano, arrivò ad ospitare nella
             sua città diversi mercanti greci, albanesi, ragusei e turchi e divenne il
             centro nodale di una rotta commerciale che metteva in comunicazione
                                                          20
             Inghilterra, Francia, Firenze e Costantinopoli . Un anno prima della
             lettera del sangiacco, i mercanti greci di Larissa, Arta e Giannina si
             recarono ad Ancona per richiedere al consiglio municipale una tariffa
             doganale di favore. La città non solo gliela concesse, ma accettò anche
             la proposta di un’ambasceria di mercanti turchi inviati dal sultano, i
             quali chiedevano che tali privilegi venissero estesi a «tutti i sudditi del
                           21
             Gran Signore» , secondo una formula molto simile a quella usata dal
             sangiacco di Valona quando propone di «includere tuctj carazalj et sub-
             ditj del Gran S(igno)re» negli accordi commerciali.
                Ritornando ai rapporti tra Valona e la Puglia nel 1514, un altro docu-
             mento  ci  aiuta  a  comprendere  quanto  fosse  ambivalente,  in  quel
             periodo, il confronto tra le due regioni, in bilico tra atti di pirateria e
             sforzi di collaborazione. In particolare, questo testo, che è una raccolta
             di Nuevas del Turco, restituisce un’istantanea dei preparativi di guerra
             portati avanti dai turchi nel 1514. Il memoriale è indirizzato dallo stesso
             conte di Muro all’ammiraglio generale dell’armata del regno, Bernardo
             Villamarino, il conte de Capaza (conte di Capaccio); le informazioni ven-



                17  Ivi, p. 419.
                18  Ivi, p. 246.
                19  M.P. Pedani, Ottoman merchants in the Adriatic cit., p. 157.
                20  P. Earle, The commercial development of Ancona, 1479–1551, «Economic History
             Review», II serie, 22 (1969), pp. 28-44; J. Delameau, Un ponte tra Oriente e Occidente:
             Ancona nel Cinquecento, «Quaderni storici», 13 (1970), pp. 26-44.
                21  J. Delameau, Un ponte tra Oriente e Occidente cit., p. 32.


             n.43                            Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   150   151   152   153   154   155   156   157   158   159   160