Page 153 - Mediterranea 43
P. 153
Una amicabile practica tra l’albania e la puglia nel 1514 359
giacco ed altri documenti di inizio Cinquecento lasciano trapelare che
tra gli abitanti delle coste pugliesi e quelli dei Balcani ottomani ci fosse
spazio anche per rapporti, se non proprio amichevoli, quantomeno di
intesa commerciale.
Per poter fare un po’ di chiarezza su questa situazione di apparente
incoerenza, bisogna contestualizzare questi avvenimenti nella storia,
sia dell’Albania ottomana sia della terra d’Otranto, dei primi quindici
anni del XVI secolo, così da cercare di dare il giusto peso tanto alle
scorrerie provenienti dai Balcani quanto agli scambi commerciali che
mettevano in collegamento le due sponde adriatiche.
Il primo fattore che interviene a giustificare questo rapporto ambi-
valente è la forte influenza della politica veneziana nell’Adriatico meri-
dionale e in particolare su alcune città salentine a vocazione
commerciale come Brindisi.
Sul finire del secolo XV, Venezia, in seguito alle due guerre con l’im-
pero ottomano (1463-1479; 1499-1503), aveva perso alcuni tra i suoi
9
più importanti avamposti nell’Albania meridionale e aveva dovuto
interrompere per diversi anni i suoi commerci con il Levante otto-
10
mano . La presenza veneziana in Puglia in questo periodo (1496-1509)
influenzò pesantemente la vita politica, militare ed economica della
regione. Le città adriatiche di Brindisi e Otranto, ora divenute posse-
dimenti veneziani, durante gli anni della seconda guerra turco-vene-
ziana (1499-1503) dovettero patire per i continui allarmi di imminenti
attacchi della flotta turca e per le scorrerie di fuste provenienti da
Valona. Ciò provocò l’adozione di misure straordinarie da parte del
Senato in materia di fortificazione e militarizzazione di questi porti, a
11
scapito delle attività commerciali . Alla fine della guerra, la situazione
cambiò e i rapporti tra Costantinopoli e Venezia tornarono più distesi.
Nel 1503 Brindisi si trovava ancora parte del dominio veneziano e
potrebbe aver beneficiato a livello commerciale delle capitolazioni sti-
9 P. Xhufi, Venezia in Albania, in B. Crevato-Selvaggi, J.J. Martinoviâc, D. Sferr, C.
Schiavo, P. Xhufi, L’Albania veneta: la Serenissima e le sue popolazioni nel cuore dei Bal-
cani, Biblion edizioni, Milano, 2012, pp. 43-59
10 In realtà, Venezia, anche nei periodi di belligeranza con i turchi, continuava a
curare i suoi interessi nell’impero ottomano, spesso tramite la mediazione di Ragusa (H.
Inalcik, An outline of ottoman-venetian relations, in H.G. Beck, M. Manoussacas, A. Per-
tusi (a cura di), Venezia centro di mediazione tra Oriente ed Occidente, secoli XV-XVI,
Aspetti e problemi, Atti del 2° Convegno internazionale di storia della civiltà veneziana:
Venezia, 3-6 ottobre 1973, vol. 1, Olshki, Firenze, 1977, p. 88); di sicuro riattivò a pieno
regime tutti i circuiti commerciali nel 1503, a guerra terminata (P. Preto, Venezia e i Tur-
chi, Sansoni, Firenze, 1975, p. 35).
11 G. Guerrieri, Le relazioni tra Venezia e Terra d’Otranto fino al 1530, V. Vecchi, Trani,
1903, pp. 160-188, pp. 210-213.
n.43 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)