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           gono dal resoconto di un esploratore del conte, un tale Manoylo Londari
           di Otranto, inviato fino a Costantinopoli attraverso i Balcani. La tesi di
           fondo del documento è che nessuna flotta stava partendo dai porti del-
           l’impero, né da Caffa, né da Pera né da Lefkada, e che la flotta che si
           preparava a Costantinopoli era destinata a Rodi, non alla Puglia. Anzi,
           i pochi lavori nei cantieri navali dell’impero, che erano stati avviati per
           organizzare una qualche spedizione, procedevano a rilento perché tutte
           le forze del sultano erano concentrare sul fronte orientale, contro il Sofi,
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           ovvero lo scià di Persia Ismail (1487-1524) .
              L’informatore racconta al conte di Muro ciò che è noto: nella prima
           metà del 1514 il sultano Selim I (1470-1520) preparava la spedizione
           contro la Persia, quella che avrebbe portato alla vittoria di Çaldıran il
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           23 agosto di quello stesso anno . Per questo, era difficile che contem-
           poraneamente organizzasse una campagna navale verso le coste ita-
           liane, come dimostra di aver capito Londari quando dice che «de puglia
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           non se parlava nienti» . Eppure, anche in questa situazione di relativa
           quiete, lo spettro dei pirati di Valona continuava a inquietare la terra
           d’Otranto: «per altro loco de levante non si parla de armare si non a la
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           velona che ce sono cinco fuste» .
              Il documento interessa questa trattazione anche per la presenza in
           esso del suddetto sangiacco di Valona, questa volta in qualità di infor-
           matore:  «Lo  san  yach  de  la  velona  dice  che  quando  ipso  partj  de
           Costantinopolj non era arrivato la: perchè partj da Costantinopolj a lj
           cinco de aprile. Dice che intese ancora che tra lo gran Turcho et vene-
           cianj sia concluso et p(ro)miso p(er) la pace facta tra loro [...] Dice
           ancora che el sophj menava multa piu gente et che so(n) assaj megliora
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           gente che Turchj» .
              La prima considerazione che va fatta è che il conte di Muro sentiva
           il bisogno di avvalersi di più fonti informative. A tal proposito va ricor-




              22  Ags, Estado, Nápoles, leg. 1004, f. 46.
              23  J.L. Bacqué-Grammont, L’apogeo dell’impero ottomano: gli eventi, in R. Mantran (a
           cura di), Storia dell’impero ottomano, Argo Editrice, Lecce, 1999 (Paris, 1989), pp. 159-
           161.
              24  Ags., Estado, Nápoles, leg. 1004, f. 46.
              25  Ags., Estado, Nápoles, leg. 1004, f. 46. Notizie di imminenti attacchi turchi da
           Valona, tra febbraio e marzo, si trovano in: M. Sanuto, I diarii, f.lli Visentini editori, Vene-
           zia, 1887, tomo XVIII, col. 23 (24 febbraio 1514, « Unde, esso baylo à scrito a Constan-
           tinopoli al nostro baylo narando la cossa, et che la galia credeva fusse fuste di corsari
           etc. Le qual fuste, con altri gripi et navilii, fino numero 20, erano per passar in Puja e
           Calabria e depredar quelli paesi»); col. 15 (inizio marzo 1514, « Item, è venuto uno di la
           Valona; disse e assa’ vele di turchi preparate»); col. 86 (25 marzo 1514, «Item, come a la
           Valona si feva 6 fuste etc»); col. 43 (28 marzo 1514, «Se dize il Signor turcho fa grande
           armata per venir in Puja»).
              26  Ags, Estado, Nápoles, leg. 1004, f. 46.



           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018       n.43
           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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