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Una amicabile practica tra l’albania e la puglia nel 1514 367
vicenda di Maria Balsha si esprime anche uno scrittore napoletano del
Cinquecento, Marc’Antonio Terminio, il quale sostiene che ella arrivò
all’età di sette anni in Italia con la madre e la zia Andronica, la moglie
di Scanderbeg, e che fu ospitata dalla regina e poi data in sposa al
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Conte di Muro, Giacomo Alfonso Ferrillo .
L’arrivo di Maria nel regno di Napoli, dunque, risale al 1468, subito
dopo la morte di Scanderbeg, quando Andronica si rifugiò in Italia por-
tando con sé il figlio Giovanni e un vero e proprio corteo di donne e
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bambini . Il matrimonio tra Maria Balsha e Giacomo Alfonso Ferrillo
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sarrebbe avvenuto nel 1483 . Riguardo alla condotta di vita della gio-
vane donna nel regno, è ancora Terminio a informarci che ella era
«donna santissima, et che mostrava co’ costumi et co’ i portamenti suoi
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la grandezza del sangue onde era nata» .
Per quanto riguarda Giacomo Alfonso Ferrillo, conte di Muro, sap-
piamo che era figlio di Mazzeo, tesoriere del duca di Calabria Alfonso
II (1448-1495), personaggio molto in vista alla corte aragonese di
Napoli 47 e citato da Antonio de Ferraris tra i più illustri letterati del
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regno, accanto a personaggi come Pontano e Pico della Mirandola .
Giacomo Alfonso era conte di Muro Lucano sicuramente già nel 1501;
Terminio lo descrive come «cavaliero di gentilissimi costumi, affabile,
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huomo di buona legge, et più che mediocremente letterato» . Dal 1511
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al 1516 fu governatore delle province di terra d’Otranto e di Bari , così
come appare anche nella lettera del sangiacco. In quest’ultima compa-
iono due altri personaggi attivi nel regno di Napoli e che rivestono un
ruolo di mediazione: Matteo Musero e Giovanni Antonio Marcella, che
avevano funto da ambasciatori presso il sangiacco per conto di Gia-
Sulla formazione della lega di Alessio e i suoi effetti sulle campagne vittoriose di Scan-
derbeg fino al 1450: S. Pollo, A. Puto, The history of Albania, from its origins to the present
day, Routledge & K. Paul, London-Boston-Henley, 1981, pp. 73-77.
43 M.A. Terminio, Apologia di tre seggi illustri di Napoli, presso Domenico Farri, Vene-
zia, 1581, p. 26. La notizia è parzialmente riportata anche in: F. Della Marra, Discorsi
delle famiglie estinte, forastiere o non, comprese ne’ seggi di Napoli, imparentate colla Casa
Della Marra, presso Ottavio Beltrano, Napoli, 1641, p. 78.
44 G. Musachi, Breve storia de li discendenti de nostra casa Musachi cit., pp. 275-276.
45 Si veda la tavola genealogica dei Balsa in K. Hopf, Chroniques gréco.romanes iné-
dites ou peu connues cit., p. 534.
46 M.A. Terminio, Apologia di tre seggi illustri di Napoli cit., p. 27.
47 P. Belli D’Elia, C. Gelao, La cattedrale di Acerenza. Mille anni di storia, Osanna,
Venosa, 1999, pp. 180-184.
48 Sull’identità del “baron di Muro”, poi divenuto conte, citato da Galateo, si è recente-
mente espresso Giancarlo Vallone, in un breve saggio: G. Vallone, Il “baron di Muro”, Vlad
Dracula e il Galateo, in M. Spedicato, V. Zacchino (a cura di), Graeci sumus et hoc nobis
gloriae accedit, in memoria di Amleto Pallara, Edizioni Grifo, Lecce, 2016, pp. 157-165.
49 M.A. Terminio, Apologia di tre seggi illustri di Napoli cit., p. 26.
50 N. Vacca, La corte d’appello di Lecce nella storia, La Modernissima, Lecce, 1931, p. 65.
n.43 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)