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              Questo non può tuttavia far dimenticare che, nonostante la amicabile
           practica di cui parla la lettera, il canale d’Otranto si andava sempre più
           configurando come un limes, al di là del quale si estendeva un mondo
           pericoloso e ostile agli occhi della Cristianità; era sorto un impero che
           aveva fagocitato quello bizantino, trascinando i popoli cristiani d’Oriente
           sotto il giogo di un dominatore musulmano e dispotico. Per questo, l’Eu-
           ropa da diversi decenni inneggiava alla crociata contro il Turco, tanto
           da dar vita a uno vero e proprio genere letterario, quello dell’orazione
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           anti-turca .  A  mero  titolo  di  esempio  e  per  restare  nella  Puglia  del
           periodo in oggetto, si può menzionare il discorso di Pietro Galatino (1460
           circa-1540 circa), inviato al papa nel 1515, dal titolo Oratio de circumci-
           sione dominica: in esso, l’umanista salentino deprecava le fazioni interne
           alla Cristianità e invitava il papa a riunire i principi europei in una cro-
                                                                    62
           ciata contro l’impero ottomano per recuperare Gerusalemme , seguendo
           un cliché diffuso in Europa almeno dal tempo di papa Pio II (1405-1464)
           e che avrebbe continuato a fiorire per tutto il XVI secolo.
              Da una parte la retorica antiturca, dall’altra la real politik del com-
           mercio nell’Adriatico, forse agevolato da vere e proprie capitolazioni ma
           comunque già allora ostacolato dalle incursioni piratesche.
              Non si può ignorare che un’intesa tra i due governi può essere stata
           favorita ulteriormente da mere questioni familiari: la confidenza con
           cui il sangiacco di Valona saluta la moglie e la suocera del conte di
           Muro, entrambe figlie della diaspora albanese in Italia, fa pensare a un
           legame di sangue o di clan tale da rendere quasi naturale un contatto
           amichevole tra le due sponde adriatiche. Ciò confermerebbe la neces-
           sità di leggere la storia della Puglia come confronto biunivoco e non
           necessariamente conflittuale con la realtà balcanica, persino in un Cin-
           quecento caratterizzato da una progressiva chiusura e militarizzazione
           della costa in tutto il vicereame spagnolo di Napoli.




              61  Sull’idea di crociata anti-turca tra la fine del Medioevo e la prima età moderna, si
           rimanda a: C.A. Patrides, The Bloody and Cruell Turkey: The Background of a Renais-
           sance Commonplace, «Studies in the Renaissance», Renaissance Society of America, vol.
           10 (1963), pp. 126-135; R.H. Schwoebel, The shadow of the Crescent: the Renaissance
           of the Turk (1453-1517), de Graaf, Nieuwkoop, 1967; M.J. Heath, Renaissence scholars
           and the origins of the turks, «Bibliothèque d’Humanisme et Renaissance, travaux et docu-
           ments», tomo XLI, Librairie Droz S.A., Genève, 1979, pp. 453-471; G. Poumarède, Il Medi-
           terraneo oltre le crociate. La guerra turca nel Cinquecento e nel Seicento tra leggende e
           realtà, Utet, Torino, 2011; M. Pellegrini, La crociata nel Rinascimento. Mutazioni di un
           mito (1400-1600), Le Lettere, Firenze, 2014.
              62  P. Galatino, Oratio de circumcisione dominica, Silber, Roma, 1515. «Utinam Pater
           Sancte tantus Christianorum sanguis, qui inter Christianos ipsos invicem dissidentes,
           nostra tempestate effusus est: pro Christiana fide effusus fuisset. Profecto et ipsa Hie-
           rosolima, et alia sancta loca iam recupata essent. Si Christus pro vobis o Christiani san-
           guinem fudit: cur vos inter vos funditis?».



           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018       n.43
           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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