Page 171 - Mediterranea 43
P. 171
A proposito di feudalesimo negli stati del centro Italia in età moderna 377
di Sorbello e di Monte Santa Maria nessi tra giustizia, buon governo
nonché feudatari granducali di e società derivati dalla mentalità
Piancastagnaio nello Stato senese, e dall’amministrazione di antico
i Vitelli signori di Città di Castello regime.
e conti di Montone nella Legazione Dalla prassi giudiziaria si passa
di Perugia e Umbria oltre a mar- a quella amministrativa, nella qua-
chesi di Bucine e Cetona in To- le il controllo signorile era am-
scana). plissimo: nonostante un certo
La giurisdizione in quest’area scarto tra propositi teorici e diffi-
centro-italiana, divisa tra Stati coltà reali, le piccole comunità ru-
molto diversi, deriva in realtà dalla rali o montane del centro Italia
tradizione amministrativa cittadina trovarono nell’istituto feudale un
fortemente in essa radicata e tipi- elemento di coesione e vantaggio.
ca. L’esercizio, di norma delegato E, viceversa, i feudatari più accorti
a vicari in loco, più tardi governa- ebbero in esse un ampio spazio di
tori, di formazione giuridica ma governo, che fondarono su con-
anche notarile, appare uno dei venzioni e patti di famiglia stilati
motivi della lentezza del giudizio, secondo una prassi altrove con-
che è senz’altro il principale osta- solidata, giungendo a organizzarsi
colo alla buona giustizia. La prassi in leggi che accolgono le consue-
giudiziaria dominante, sia nelle tudini, organizzandosi poi in vero
aree feudali che in quelle diretta- e proprio sistema di governo. Al
mente gestite, è quella inquisito- proposito Calonaci ricorda la con-
riale prevalente sulla pratica ac- venzione per il marchesato di Mon-
cusatoria avanzata dalle parti, il te S. Maria stilata alla presenza
che comporta la conseguente strut- del marchese Giovan Matteo di
turazione di una vera cancelleria Francesco Bourbon, del conte di
locale e una produzione notevole Sorbello e dei Barbolani di Mon-
di fonti. Se rarissime appaiono le tauto. Questa, del 1564, stabilisce
condanne capitali nei feudi inda- la reggenza tra i marchesi con la
gati – e questo è il dato certo – primogenitura, il numero dei vicari,
l’autore sottolinea, a ragione, gli l’esigibilità dei dazi ed è, a diffe-
aspetti sfuggenti e mutevoli, dovuti renza di altre che prevedevano
a volte alla politica di discredito una gestione condominiale (Bardi,
operata dalle amministrazioni sta- Pepoli), molto chiara.
tali ma altre volte ad un compor- La seconda parte del saggio
tamento assolutamente «disinvolto affronta la questione dal lato del-
e utilitaristico» (p. 67) dei feuda- l’organizzazione statale, partendo
tari. Anche in una dimensione ri- dalla distinzione tra feudi impe-
dotta si mantengono comunque i riali, signorie principesche e feudi
n.43 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)