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A proposito di feudalesimo negli stati del centro Italia in età moderna  377



             di Sorbello e di Monte Santa Maria  nessi tra giustizia, buon governo
             nonché  feudatari  granducali  di   e società derivati dalla mentalità
             Piancastagnaio nello Stato senese,  e  dall’amministrazione  di  antico
             i Vitelli signori di Città di Castello  regime.
             e conti di Montone nella Legazione     Dalla prassi giudiziaria si passa
             di Perugia e Umbria oltre a mar-    a quella amministrativa, nella qua-
             chesi  di  Bucine  e  Cetona  in  To-  le  il  controllo  signorile  era  am-
             scana).                             plissimo:  nonostante  un  certo
                La  giurisdizione  in  quest’area  scarto tra propositi teorici e diffi-
             centro-italiana,  divisa  tra  Stati  coltà reali, le piccole comunità ru-
             molto diversi, deriva in realtà dalla  rali  o  montane  del  centro  Italia
             tradizione amministrativa cittadina  trovarono nell’istituto feudale un
             fortemente in essa radicata e tipi-  elemento di coesione e vantaggio.
             ca. L’esercizio, di norma delegato  E, viceversa, i feudatari più accorti
             a vicari in loco, più tardi governa-  ebbero in esse un ampio spazio di
             tori,  di  formazione  giuridica  ma  governo,  che  fondarono  su  con-
             anche  notarile,  appare  uno  dei  venzioni e patti di famiglia stilati
             motivi della lentezza del giudizio,  secondo  una  prassi  altrove  con-
             che è senz’altro il principale osta-  solidata, giungendo a organizzarsi
             colo alla buona giustizia. La prassi  in leggi che accolgono le consue-
             giudiziaria  dominante,  sia  nelle  tudini, organizzandosi poi in vero
             aree feudali che in quelle diretta-  e  proprio  sistema  di  governo.  Al
             mente gestite, è quella inquisito-  proposito Calonaci ricorda la con-
             riale prevalente sulla pratica ac-  venzione per il marchesato di Mon-
             cusatoria avanzata dalle parti, il  te  S.  Maria  stilata  alla  presenza
             che comporta la conseguente strut-  del  marchese  Giovan  Matteo  di
             turazione di una vera cancelleria   Francesco Bourbon, del conte di
             locale e una produzione notevole    Sorbello e dei Barbolani di Mon-
             di fonti. Se rarissime appaiono le  tauto. Questa, del 1564, stabilisce
             condanne capitali nei feudi inda-   la reggenza tra i marchesi con la
             gati  –  e  questo  è  il  dato  certo  –  primogenitura, il numero dei vicari,
             l’autore sottolinea, a ragione, gli  l’esigibilità dei dazi ed è, a diffe-
             aspetti sfuggenti e mutevoli, dovuti  renza  di  altre  che  prevedevano
             a volte alla politica di discredito  una gestione condominiale (Bardi,
             operata dalle amministrazioni sta-  Pepoli), molto chiara.
             tali ma altre volte ad un compor-      La  seconda  parte  del  saggio
             tamento assolutamente «disinvolto   affronta la questione dal lato del-
             e utilitaristico» (p. 67) dei feuda-  l’organizzazione statale, partendo
             tari. Anche in una dimensione ri-   dalla distinzione tra feudi impe-
             dotta si mantengono comunque i      riali, signorie principesche e feudi


             n.43                            Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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