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266 Orazio Cancila
restituirli alla sua morte al figlio e agli eredi Castagna. Senza la fide-
iussione, da rilasciare entro un mese dalla morte del sacerdote, Anto-
nina sarebbe decaduta a favore di Giuseppe Leto e degli eredi
Castagna. Poiché la madre Altadonna Abruzzo aveva lasciato ad Anto-
nina onze 50, «delli quali ni spettavano a pagare unzi 25 ad esso codi-
cillatore e altre unzi 25 al dottor Gaspare Abruzzo», Baldassare esigeva
che la sorella confessasse per atto pubblico di avere ricevuto da lui tale
somma, pena la decadenza dalla parte di beni mobili che le lasciava in
eredità, a favore degli eredi Castagna. Disponeva infine che, dopo la
sua morte, la nipote Anna Vittimara continuasse ad abitare nella sua
casa gratuitamente per tutto l’agosto successivo (evidentemente la
nipote abitava con lui) e che tutti i suoi atti pubblici rimanessero in
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suo potere, con la possibilità per gli altri eredi di ottenerne copia .
Fu questo l’ultimo codicillo di don Baldassare Abruzzo, il cui cada-
vere tre giorni dopo, il 4 aprile 1665, fu sepolto nella chiesa extramoe-
nia di Santa Maria del Soccorso. Per Pietro Paolo Vittimara, in
precedenza Baldassare era stato nominato vescovo di Patti, ma,
durante il viaggio a Roma in compagnia del fratello Gaspare per essere
consacrato dal pontefice, si ammalò gravemente, perse il senno e
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dovette ritornare a Castelbuono, dove due anni dopo lo colse la morte .
In merito non ho trovato alcun documento e sinceramente l’indicazione
non mi pare attendibile, perché il vescovo di Patti Ignazio D’Amico
rimase in carica dal 31 luglio 1662 al 15 dicembre 1666, dopo una
vacanza di quasi tre anni successiva alla morte del vescovo Simone
Rau il 20 settembre 1659. Un’eventuale nomina dell’Abruzzo cadrebbe
quindi negli anni 1659-1662, ma il suo testamento del 1663 e i codicilli
successivi sino alla vigilia del decesso nell’aprile 1665 dimostrano che
soltanto nel 1663, dopo la precedente esperienza del 1649, egli si sentì
davvero vicino alla morte e che comunque non perse mai il senno se
più volte modificò il testamento.
Il fratello Gaspare Abruzzo gli sopravvisse ancora per quasi un
decennio. Aveva partecipato alla vita amministrativa della città, assu-
mendo la carica di giurato nel 1628-29 e tenendo ininterrottamente
dal 1658 al 1668 e ancora nel 1674 l’incarico di procuratore generale
del marchese di Geraci. Più che il medico faceva l’imprenditore, a giu-
dicare almeno dai suoi riveli, allevatore inizialmente e poi anche colti-
vatore sulle orme del suocero Ottavio Agliuzzo, il quale però nel 1630
88 Ivi, 1 aprile 1665, cc. 318r-319.
89 Pietro Paolo Witmara, Genealogie di alcune famiglie sì antiche che moderne di
Castelbuono… e copiati dal suo antico originale manoscritto da Antonio Minà La Grua.
Debbo copia fotografica del ms, redatto attorno al 1760-70, alla cortesia dell’avvocato
Mario Lupo, che ringrazio.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018 n.43
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)