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Le relazioni commerciali tra Venezia e Malta alla fine del XVII secolo 523
mentre portavano le loro merci a Venezia cozzavano irrimediabil-
mente con la guerra di corsa condotta in Mediterraneo da cavalieri,
da sudditi maltesi e persino da corsari privati che, su concessione
dell’Ordine, battevano bandiera di San Giovanni. Bisogna peraltro
ammettere che gli incidenti avvenuti in mare erano abilmente uti-
lizzati da Venezia per cercare di ridimensionare gli ampi privilegi
fiscali ottenuti dall’Ordine proprio in virtù dei servizi resi in tempo
di guerra o per verificare la consistenza e la produttività delle com-
mende giovannite presenti nelle cittá e nelle campagne del dominio,
che sfuggivano a qualunque controllo da parte sia delle autorità
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pubbliche sia di quelle religiose .
Consapevole della situazione, il ricevitore doveva fare affidamento
sull’eccellente servizio informativo che a lui faceva capo per agire in
anticipo. Nei casi, assai frequenti, in cui navi battente bandiera del-
l’Ordine avessero invaso lo spazio marittimo veneziano o arrecato
danni ai sudditi di San Marco, il ricevitore cercava di contattare diret-
tamente le parti lese per risarcirle prima che denunciassero l’accaduto
alle autorità. Nel 1642, a esempio, alcuni sudditi veneziani di origine
greca vennero depredati da due fregate maltesi presso l’isola di Samo.
Zuanne Caticora, in rappresentanza anche degli altri due, si era recato
a Venezia e stava «per comparire ai piedi di vostra Serenità» per denun-
ciare l’accaduto quando era stato «divertito da questo ricorso» e indi-
rizzato al ricevitore, che aveva provveduto a “quietare” le richieste del
Caticora con un indennizzo di 415 reali da 8. Intercettare i creditori
prima che si presentassero alle autorità veneziane era l’unica strategia
possibile per evitare ritorsioni da parte del governo veneziano ed era
peraltro molto gradita ai danneggiati, che si vedevano subito rimbor-
sati, evitando in tal modo le lungaggini processuali della Serenissima.
Non sorprende, peranto, rilevare come l’operato del ricevitore (in que-
sto caso fra Francesco Boldieri) venisse molto apprezzato dai superiori,
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che gl’inviarono una lettera di ringraziamento . Tuttavia, neppure la
continua vigilanza poteva del tutto evitare che si creassero problemi.
L’anno prima, infatti, prendendo a pretesto un incidente occorso ad
28 Sul rapporto tra Venezia e Ordine di Malta, oltre a rinviare al fondamentale con-
tributo di Anne Brogini (A. Brogini, Venise et l’Ordre de Malte au début de l’époque
moderne. Aux sources d’une relation ambiguë, in M. Vergé-Franceschi (a cura di), La
Corse, Venise et la Méditerranée. Onzièmes Journées Universitaires d’Histoire Maritime
de Bonifacio (février 2009), Éditions Alain Piazzola, Ajaccio 2010, pp. 19-33), mi permetto
di segnalare anche L. Robuschi, La croce e il leone. Le relazioni tra Venezia e Ordine di
Malta (secoli XIV-XVIII), Mimesis, Milano-Udine 2015.
29 Asmomve, XXXVIII, I, Armamenti, Squadra, Commercio, Corsari, Prede, Schiavi
(1430- 1699), Marittimi e Commerciali (1545-1645), c. 32.
n.44 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)