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Candiani (letture)_8  14/12/18  09:32  Pagina 620






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                    Lo studio delle marine come organizzazioni complesse è un ulte-
                 riore ramo di ricerca che si è evoluto recentemente e che può offrire
                 interessanti prospettive. Si può però esprimere qualche perplessità
                 sulla convinzione di Harding che l’incontro tra economisti, analisti di
                 organizzazioni e storici conduca a sicuri risultati e sulla sua fiducia
                 circa la validità, per gli storici, dei modelli teorici costruiti dagli scien-
                 ziati sociali: questo ottimismo è forse in parte dovuto al ruolo acca-
                 demico  dell’a.,  che  non  insegna  storia  navale,  ma  Organisational
                 History alla Westminster Business School di Londra. In ogni caso, una
                 parte delle nuove ricerche più stimolanti sono dedicate proprio agli
                 aspetti organizzativi, che traggono origine dalla “New institutional
                 history”  e  che  Harding  qualifica  come  una  seconda  “New  naval
                 history”. Questi studi, che hanno come oggetto soprattutto la Royal
                 Navy, si concentrano su aspetti chiave dell’amministrazione navale,
                 quali gli arsenali e i rifornimenti alimentari. Il fatto che sovente i loro
                 autori arrivino a conclusioni contrastanti è dovuto alla mancanza di
                 affidabili dati finanziari per gli stati dell’età moderna; va inoltre con-
                 siderata la natura spesso “politica” di questi dati, che ne invalida l’og-
                 gettività. Non si può effettivamente non osservare come non vi sia
                 strumento  migliore  per  sostenere  una  politica  navale  rispetto  ad
                 un’altra del presentare bilanci dove le voci di spesa vengono poste in
                 maggiore o minore evidenza a seconda degli obiettivi politici di chi le
                 esibisce, come attesta, per le marine mediterranee, la lunga diatriba
                 sui costi delle navi a vela rispetto a quelle a remi. Harding rimarca
                 anche come sia ancora eccessivo il gap che divide le ricerche sulle
                 marine da quelle sugli apparati industriali che le sostenevano.
                    In riferimento all’organizzazione del personale, ufficialità e leader-
                 ship hanno ricevuto molta più attenzioni che non la marineria, cosa
                 comprensibile dato che la storia navale è nata alla fine dell’Ottocento
                 come uno strumento didattico per l’educazione degli ufficiali; oltre al
                 fatto che, come nel caso di tutte le élite, le fonti sugli ufficiali sono
                 più ricche e meglio preservate. Ci sono però molte ricerche ancora da
                 fare, sia per allargare le conoscenze sul corpo ufficiali ad altre marine
                 che non siano quella inglese, sia per indicare aspetti finora poco ana-
                 lizzati, come l’azione politica del corpo degli ufficiali di marina, sia
                 sull’evoluzione del servizio navale come una professione. Nonostante
                 le biografie relative a grandi ed esemplari comandanti navali – Nelson
                 in  primo  luogo  –  godano  di  ottima  salute,  è  molto  meno  studiato
                 l’aspetto del leader in un contesto intrinsecamente dinamico nel quale
                 il leader è solo uno dei fattori in gioco. Un problema analogo, che però
                 si allarga all’assenza di biografie se non per figure di primissimo piano
                 quali Colbert, Pepys ed Ensenada (ma si potrebbe aggiungere anche


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018     n.44
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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