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620 Guido Candiani
Lo studio delle marine come organizzazioni complesse è un ulte-
riore ramo di ricerca che si è evoluto recentemente e che può offrire
interessanti prospettive. Si può però esprimere qualche perplessità
sulla convinzione di Harding che l’incontro tra economisti, analisti di
organizzazioni e storici conduca a sicuri risultati e sulla sua fiducia
circa la validità, per gli storici, dei modelli teorici costruiti dagli scien-
ziati sociali: questo ottimismo è forse in parte dovuto al ruolo acca-
demico dell’a., che non insegna storia navale, ma Organisational
History alla Westminster Business School di Londra. In ogni caso, una
parte delle nuove ricerche più stimolanti sono dedicate proprio agli
aspetti organizzativi, che traggono origine dalla “New institutional
history” e che Harding qualifica come una seconda “New naval
history”. Questi studi, che hanno come oggetto soprattutto la Royal
Navy, si concentrano su aspetti chiave dell’amministrazione navale,
quali gli arsenali e i rifornimenti alimentari. Il fatto che sovente i loro
autori arrivino a conclusioni contrastanti è dovuto alla mancanza di
affidabili dati finanziari per gli stati dell’età moderna; va inoltre con-
siderata la natura spesso “politica” di questi dati, che ne invalida l’og-
gettività. Non si può effettivamente non osservare come non vi sia
strumento migliore per sostenere una politica navale rispetto ad
un’altra del presentare bilanci dove le voci di spesa vengono poste in
maggiore o minore evidenza a seconda degli obiettivi politici di chi le
esibisce, come attesta, per le marine mediterranee, la lunga diatriba
sui costi delle navi a vela rispetto a quelle a remi. Harding rimarca
anche come sia ancora eccessivo il gap che divide le ricerche sulle
marine da quelle sugli apparati industriali che le sostenevano.
In riferimento all’organizzazione del personale, ufficialità e leader-
ship hanno ricevuto molta più attenzioni che non la marineria, cosa
comprensibile dato che la storia navale è nata alla fine dell’Ottocento
come uno strumento didattico per l’educazione degli ufficiali; oltre al
fatto che, come nel caso di tutte le élite, le fonti sugli ufficiali sono
più ricche e meglio preservate. Ci sono però molte ricerche ancora da
fare, sia per allargare le conoscenze sul corpo ufficiali ad altre marine
che non siano quella inglese, sia per indicare aspetti finora poco ana-
lizzati, come l’azione politica del corpo degli ufficiali di marina, sia
sull’evoluzione del servizio navale come una professione. Nonostante
le biografie relative a grandi ed esemplari comandanti navali – Nelson
in primo luogo – godano di ottima salute, è molto meno studiato
l’aspetto del leader in un contesto intrinsecamente dinamico nel quale
il leader è solo uno dei fattori in gioco. Un problema analogo, che però
si allarga all’assenza di biografie se non per figure di primissimo piano
quali Colbert, Pepys ed Ensenada (ma si potrebbe aggiungere anche
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018 n.44
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)