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Candiani (letture)_8 14/12/18 09:32 Pagina 615
A proposito della recente riflessione sulla storia navale di Richard Harding 615
non solo la “vecchia” corazzata, ma anche nuovi strumenti bellici,
quali l’aereo e il sottomarino, furono oggetto di estensive (anche se
non sempre prudenti) speculazioni, non fu così per la guerra anfibia,
che pure era destinata a divenire un elemento chiave del potere
navale, ma che aveva giocato un ruolo minore durante la Grande
Guerra (salvo poche eccezioni, quali i Dardanelli e le operazioni tede-
sche nel Golfo di Riga).
La Seconda Guerra Mondiale riportò nuovamente le flotte nel cuore
delle operazioni militari. Harding osserva che benché il potere navale
sia stato una causa meno evidente del conflitto, esso si dimostrò
senz’altro un fattore decisivo per il suo esito (per quanto questo ruolo
sia stato forse eccessivamente magnificato da una storiografia occi-
dentale impegnata a sminuire il peso bellico dell’Unione Sovietica).
Anche per questa centralità, la Seconda Guerra Mondiale rimane il
periodo più complesso per la storia navale. Per quanto la ricerca abbia
fatto emergere alcuni fondamentali aspetti prima sconosciuti – dei
quali le decrittazioni fornite da Ultra rappresentano la più importante
fonte di revisione storiografica – ci sono tuttavia una serie di temi che
non sono stati sufficientemente esplorati, quali il supporto logistico
durante la guerra del Pacifico, gli aspetti più propriamente navali
delle operazioni di sbarco, il problema della difesa costiera, il ruolo
dell’aviazione basata a terra nella guerra sul mare.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale il potere navale, che era stato
uno dei simboli chiave dello status di grande potenza sin dal XVII
secolo, sembrò divenire un supporto secondario rispetto all’apparte-
nenza al club nucleare, assurto a nuovo elemento discriminante. In
questo contesto, la guerra di Corea rappresentò un primo test impor-
tante, ma il ruolo delle marine durante il conflitto non è stato ancora
ben indagato. Questa carenza si estende alla guerra fredda, che
adesso è abbastanza lontana per poter avere dei solidi lavori relativi
alla strategia navale di entrambi gli schieramenti in gioco. Un
costante richiamo all’analisi storica viene anche dal valore sempre
attuale del potere navale per la diplomazia, che risiede essenzialmente
nella sua flessibilità. Harding osserva come la diplomazia delle can-
noniere del XIX secolo abbia i suoi equivalenti nel XXI, costituiti da
operazioni che vanno dall’assistenza umanitaria alla repressione della
pirateria. Solo le marine possono provvedere tale flessibilità, come
continuano a testimoniare le Task Forces di portaerei americane che
agiscono per tutto il globo.
Nonostante la persistente importanza delle marine militari nel
mondo contemporaneo (come osserva Harding, il 90% dell’attuale
traffico commerciale è marittimo) l’a. si pone la domanda se la storia
n.44 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Dicembre 2018
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)