Page 113 - mediterranea 45
P. 113
Favarò (saggi)_5 19/04/19 17:30 Pagina 110
110 Valentina Favarò
dell’amministrazione civile e militare, tanto al centro quanto nelle peri-
ferie. A livello centrale, le riforme di ambito militare mirarono a una
ridefinizione delle competenze del Consejo de Guerra (di fatto esauto-
9
rato di parte dei suoi poteri a vantaggio della Segreteria di Guerra) ,
alla creazione di nuovi uffici con funzioni ispettive direttamente dipen-
denti dalla nuova Segreteria, a una revisione della gerarchia delle strut-
ture di comando e alla creazione di nuovi corpi armati.
Questi interventi, lungi dal rivestire una valenza esclusivamente
“amministrativa”, assunsero un valore fortemente simbolico e ridefini-
rono gli equilibri e le relazioni fra il sovrano e i Grandes di Spagna. Se
questi continuavano a essere attori e non spettatori della scena politica
madrilena ed europea, ora, oltre a lamentare una progressiva priva-
zione dell’antico e consolidato potere contrattuale, soffrivano l’inge-
renza francese nei loro rapporti col sovrano, ovvero, i condizionamenti
che il re Luigi XIV esercitava sul nipote Filippo V, la partecipazione
diretta dell’ambasciatore francese al governo spagnolo e, soprattutto,
la presenza al cospetto del re di un corteo di criados francesi che anda-
10
vano assumendo una posizione di preminenza nella corte di Madrid .
Tale tensione nei rapporti tra sovrano, Grandes e fazione francese
emerge chiaramente dall’analisi delle controverse dinamiche che porta-
rono, nel 1704, all’istituzione della Guardia de Corps, un nuovo corpo
militare composto da quattro compagnie, formata ognuna da 200 fanti,
di cui una fiamminga, capitanata dal principe di Tserclaes, una di italiani
con a capo Restaino Cantelmo, duca di Popoli, e due di spagnoli, capita-
nate da don Feliz de Cordoba, duca di Sessa, e don Gines Miguel de
11
Castro, XI conte di Lemos . La natura elitaria della nuova Guardia era
evidente, così come si conveniva alle unità destinate a una stretta vici-
nanza alla persona del sovrano: un contingente «autonomo, direttamente
dipendente dal re, dotato di foro privilegiato e retto da un’ufficialità sele-
12
zionatissima in termini di sangue» . All’indomani della formazione del
nuovo contingente, però, si manifestarono le prime interferenze del nuovo
ambasciatore francese a Madrid, il duca di Gramont, il quale fomentò nel
9 Cfr. J.L. Castellano Castellano, Gobierno y poder en la Espana del siglo XVIII, Uni-
versità di Granada, 2006.
10 J.A. López Anguita, Lealtad, oposición y servicio al rey: la Grandeza ante el adve-
nimiento de los Borbones al trono español, in M. Aglietti, A. Franganillo Álvarez, J.A. López
Anguita (a cura di), Élites e reti di potere. Strategie d’integrazione nell’Europa di età
moderna, Pisa University Press, 2016, pp. 215-230.
11 Cfr. S.M. Soto y Abbach Clonard (conde di), Memorias para la historia de las tropas
de la Casa Real de España, 1824; T. Glesener, L’empire des exilés. Les Flamands et le
gouvernement de l’Espagne au XVIIIe siécle, Casa de Velázquez, Madrid, 2017.
12 A. Mele, Cambio dinastico, onori e servizio. Il Grandato di Spagna a Napoli nei primi
anni del Settecento, «Società e Storia», anno XXXV, n. 137, luglio-settembre 2012, pp.
515-560, p. 532.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)