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Una Nueva Planta nella Sicilia di Filippo V: riforme militari... 115
attraverso l’eliminazione di sacche di illeciti, avrebbero garantito la
diminuzione del costo di mantenimento della squadra di galere del
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Regno che, tra il 1701 e il 1703, oscillava da 47.517 a 56.336 scudi .
Negli anni successivi, ulteriori disposizioni regolamentarono l’attribu-
zione del salario a tutta la gente de cabo, al fine di evitare «fugas y el
desorden». La paga doveva essere corrisposta ogni quaranta giorni, per
un totale di otto paghe annue, e la responsabilità era assegnata agli
ofizios del sueldo delle forze di terra. Quelli della marina, ritenuti
superflui, venivano soppressi, in modo da liberare risorse utilizzabili
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nell’adeguamento delle strutture fortificatorie e nell’esercito .
Come già detto, il timore di un avvicinamento alle coste dell’isola
delle flotte inglese e olandese imponeva, infatti, il rafforzamento delle
piazzeforti e l’aumento del contingente di fanti e cavalieri. In entrambi
i settori, i cambiamenti proposti — avendo alla base l’esperienza matu-
rata in Francia — presentavano talvolta elementi di discontinuità
rispetto alla tradizionale organizzazione militare che dal XVI secolo era
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stata adottata all’interno del Regno .
Per quanto riguarda le fortificazioni, è interessante sottolineare l’in-
fluenza che ebbero nell’isola le opere dell’architetto Sèbastien le Preste
de Vauban, fautore della teoria della “difesa anticipata”, che aveva già
trovato espressione nella realizzazione della Cittadella di Messina all’in-
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domani della rivolta degli anni Settanta del XVII secolo . L’elaborazione
teorica di architetti-ingegneri regi, chiamati ad apportare migliorie nelle
fortificazioni siciliane, ebbe dunque alla base proprio lo schema vau-
beriano delle barricate «parallele», poste davanti ai bastioni, che ripro-
ducevano sul terreno figure geometriche poligonali . Ciò nonostante,
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il passaggio dall’elaborazione teorica alla realizzazione si scontrò con
la cronica carenza di risorse finanziarie e con la necessità di agire con
celerità sotto la spinta dell’emergenza. A causa di tali ostacoli, organici
29 Ibidem.
30 Ags, Estado, leg. 6118, f. 85, Messina 28 luglio 1710.
31 Cfr. V. Favarò, La modernizzazione militare nella Sicilia di Filippo II, Quaderni di
Mediterranea, n. 10, Palermo, 2009.
32 Cfr. S. Bottari, Post res perditas. Messina 1678-1713, EDAS, Messina, 2005. Sulla
rivolta di Messina esiste un’ampia bibliografia; per la ricostruzione del quadro politico,
si vedano almeno F. Benigno, La Sicilia in rivolta, in F. Benigno, G. Giarrizzo (a cura di),
Storia della Sicilia. 1, Dalle origini al Seicento, Roma-Bari, Laterza, 2003; L.A. Ribot Gar-
cía, La Monarquía de España y la guerra de Mesina (1674-1678), Actas, Madrid, 2002;
Id. La rivolta antispagnola di Messina. Cause e antecedenti (1591-1674), Rubettino, Sove-
ria Mannelli, 2011.
33 Cfr. A. Cassi Ramelli, Sebastiano le Prestre marchese di Vauban, maresciallo di Fran-
cia, Istituto Italiano dei Castelli, Roma, 1966; M. Giuffrè, Vauban e la Sicilia, in M.A. Paci-
fico, M.A. Russo, D. Santoro, P. Sardina (a cura di), Memoria, storia e identità. Scritti per
Laura Sciascia, Quaderni di Mediterranea, n. 17, Palermo, 2011, tomo I, pp. 358-360.
n.45 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)