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Favarò (saggi)_5  19/04/19  17:30  Pagina 123






                   Una Nueva Planta nella Sicilia di Filippo V: riforme militari...  123


                   numero di fanti, nonostante fosse stato autorizzato il reclutamento di
                   soldati nelle isole di Favignana e Pantelleria, a opera del sergente Juan
                   Coloma. Questi aveva ricevuto l’incarico di recarsi nelle due isole e di
                   selezionare quei “naturali” che rispondessero ai requisiti stabiliti: avere
                   almeno diciassette anni; essere di corporatura robusta e, soprattutto,
                   essere di «extrazion espanola sin embargo de estar fuera del quarto
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                   grado por estar aquellas islas en la parte de Africa» . La riforma aveva
                   raggiunto, pertanto, solo uno degli obiettivi, lasciando ancora a lungo
                   irrisolto il problema dell’aumento del contingente, col quale ripetuta-
                   mente anche il nuovo viceré, Carlo Antonio Spinola, marchese di Bal-
                   bases, dovette confrontarsi.



                   4. Dal marchese di Bedmar al marchese di Balbases: la “conservazione”
                      del Regno

                      Tra il 1707 e il 1708, con la caduta dei regni di Napoli e di Sardegna,
                   «pericolava senza dubbio la Sicilia, e perciò se ne stava angustiata dal
                   timore di dovere, cedendo alla forza, allontanarsi dalla divozione al suo
                   Cattolico regnante» . Questi mutamenti, che avevano avuto come con-
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                   seguenza la riconfigurazione politica e amministrativa nella penisola e
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                   il radicamento della presenza austriaca e inglese nel Mediterraneo ,
                   ebbero ripercussioni dirette sul governo del Regno. Per quanto le dina-
                   miche che interessarono l’isola dal viceregno di Bedmar fino alla ces-
                   sione  al  duca  di  Savoia  –  formalizzata  nel  1713  –  si  articolassero
                   attorno  a  questioni  già  presenti  nel  periodo  precedente,  molteplici
                   nuovi fattori ne condizionarono l’evoluzione, imponendo un’accelera-
                   zione  nella  messa  in  atto  delle  migliorie  tanto  nella  difesa  mobile,
                   quanto in quella statica.  In questo contesto governò Carlo Antonio Spi-
                   nola, marchese di Balbases, chiamato a rivestire la carica viceregia dal
                   luglio del 1707. Sebbene non temesse palesi opposizioni alla casata
                   borbonica, non escludeva che i siciliani potessero essere influenzati
                   dalle dinamiche che in quei frangenti avevano investito gli altri regni
                   della Monarchia. Così, nel settembre di quell’anno, scriveva al re:


                      62  Ahn, Estado, leg. 1847, n.n., Palermo 18 febbraio 1707, Ordenes y disposiciones
                   del virrey.
                      63  Memorie storiche del Regno di Sicilia, del dottor Gaetano Giardina, Palermitano,
                   dall’anno 1718 al 1720, in G. Di Marzo (a cura di), Diari della Città di Palermo, in Biblio-
                   teca storica e letteraria di Sicilia, Palermo 1873, vol. XI, p. 6.
                      64  Cfr. C. Cremonini, Riequilibrare il sistema: mutazioni e permanenze in Italia tra 1706
                   e 1720. Alcune considerazioni, «Cuadernos de Historia Moderna», 2013, XII, pp. 177-
                   188; R. Quiros Rosado, La “hora napolitana” del Setecientos. La diplomacia provincial
                   partenopea y la casa de Austria durante la guerra de Sucesión española, «Dimensioni e
                   problemi della ricerca storica», 1 (2016), pp. 149-187.


                   n.45                           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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