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126 Valentina Favarò
Il ruolo e l’importanza dell’isola nell’agone internazionale furono
sapientemente descritti da Luigi Reggio e Branciforte, principe di Cam-
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pofiorito : la Sicilia era la
fortaleza esterior de la Italia, el confin sin confin della, el principio separado
que no depende y pueden depender de el los estados de aquella, la parte tan
necessaria y comoda que separada puede subsistir y agregada a qualquiera
otro estado de la Italia contribuyrà tanto a su conservacion, que serà el pre-
servativo de qualquiera atentado de otro principe que tentasse su recuperacion
porque participando de sus productos fortalezeran a su dominante tan valero-
samente que se avrà invincible sino le ocasiona alguna revolucion interna en
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sus naturales al presente tambien inclinados .
La consapevolezza dell’importanza strategica e militare del Regno fu
alla base di numerose relazioni commissionate dal nuovo governo
sabaudo al fine di conoscere meglio l’assetto difensivo dell’isola e di defi-
nire gli interventi che potessero rafforzarlo. Ancora una volta, quindi,
sulla base delle descrizioni dettagliate – fornite fra gli altri, anche dal
cardinale Giudice e dal principe di Campofiorito – la struttura militare
fu sottoposta ad ampie revisioni che riguardarono, come in passato, le
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fortificazioni e l’organizzazione delle compagnie di cavalleria e fanteria .
Furono creati due dipartimenti, uno a Palermo e uno a Messina, al fine
di assicurare una sistemazione più organica al dislocamento delle forze
nel territorio; si valutò la possibilità di ritirare le truppe di stanza nelle
isole di Favignana, Marettimo e Pantelleria e furono emanate le prime
disposizioni per la creazione di una Guardia del corpo reale e la forma-
zione di due reggimenti di fanti e cavalieri siciliani.
Gli interventi proposti da Vittorio Amedeo II e caldeggiati da Anni-
bale Maffei, primo viceré sabaudo nell’isola, andavano quindi a rivedere
nuovamente l’impianto militare del Regno, sebbene fosse stato appena
riformato. Le motivazioni non riguardarono, evidentemente, soltanto
elementi funzionali e strategici, ma ancora una volta “le armi” rivesti-
rono una funzione di negoziazione, uno strumento per ridefinire gli
equilibri e per coinvolgere l’aristocrazia e le maestranze in un nuovo
gioco politico.
72 Sul ruolo politico rivestito dal principe di Campofiorito, cfr. A. Álvarez-Ossorio, ¿El
final de la Sicilia española? Fidelidad, familia y venalidad bajo el virrey marqués de los
Balbases (1707-1713), cit., pp. 886-895; J. Sánchez, La fine della Sicilia spagnola e
l’esperienza politica di Luigi Reggio, principe di Campofiorito, «Rivista Storica Italiana»,
123/2, 2011, pp. 537-591; M. Torres Arce, La guerra, el pacto y la fidelidad: la singula-
ridad de Sicilia en la disputa sucesoria española, cit.
73 Ags, Estado, leg. 6121, f. 12, il Principe di Campofiorito, 22 ottobre 1712.
74 Cfr. S. Candela, I piemontesi in Sicilia 1713-1718, Salvatore Sciascia Editore, Cal-
tanissetta-Roma, 1996, p. 55.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)