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Favarò (saggi)_5  19/04/19  17:30  Pagina 126






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                    Il ruolo e l’importanza dell’isola nell’agone internazionale furono
                 sapientemente descritti da Luigi Reggio e Branciforte, principe di Cam-
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                 pofiorito : la Sicilia era la
                 fortaleza esterior de la Italia, el confin sin confin della, el principio separado
                 que no depende y pueden depender de el los estados de aquella, la parte tan
                 necessaria y comoda que separada puede subsistir y agregada a qualquiera
                 otro estado de la Italia contribuyrà tanto a su conservacion, que serà el pre-
                 servativo de qualquiera atentado de otro principe que tentasse su recuperacion
                 porque participando de sus productos fortalezeran a su dominante tan valero-
                 samente que se avrà invincible sino le ocasiona alguna revolucion interna en
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                 sus naturales al presente tambien inclinados .
                    La consapevolezza dell’importanza strategica e militare del Regno fu
                 alla  base  di  numerose  relazioni  commissionate  dal  nuovo  governo
                 sabaudo al fine di conoscere meglio l’assetto difensivo dell’isola e di defi-
                 nire gli interventi che potessero rafforzarlo. Ancora una volta, quindi,
                 sulla base delle descrizioni dettagliate – fornite fra gli altri, anche dal
                 cardinale Giudice e dal principe di Campofiorito  – la struttura militare
                 fu sottoposta ad ampie revisioni che riguardarono, come in passato, le
                                                                                   74
                 fortificazioni e l’organizzazione delle compagnie di cavalleria e fanteria .
                 Furono creati due dipartimenti, uno a Palermo e uno a Messina, al fine
                 di assicurare una sistemazione più organica al dislocamento delle forze
                 nel territorio; si valutò la possibilità di ritirare le truppe di stanza nelle
                 isole di Favignana, Marettimo e Pantelleria e furono emanate le prime
                 disposizioni per la creazione di una Guardia del corpo reale e la forma-
                 zione di due reggimenti di fanti e cavalieri siciliani.
                    Gli interventi proposti da Vittorio Amedeo II e caldeggiati da Anni-
                 bale Maffei, primo viceré sabaudo nell’isola, andavano quindi a rivedere
                 nuovamente l’impianto militare del Regno, sebbene fosse stato appena
                 riformato. Le motivazioni non riguardarono, evidentemente, soltanto
                 elementi funzionali e strategici, ma ancora una volta “le armi” rivesti-
                 rono una funzione di negoziazione, uno strumento per ridefinire gli
                 equilibri e per coinvolgere l’aristocrazia e le maestranze in un nuovo
                 gioco politico.



                    72  Sul ruolo politico rivestito dal principe di Campofiorito, cfr. A. Álvarez-Ossorio, ¿El
                 final de la Sicilia española? Fidelidad, familia y venalidad bajo el virrey marqués de los
                 Balbases (1707-1713), cit., pp. 886-895; J. Sánchez, La fine della Sicilia spagnola e
                 l’esperienza politica di Luigi Reggio, principe di Campofiorito, «Rivista Storica Italiana»,
                 123/2, 2011, pp. 537-591; M. Torres Arce, La guerra, el pacto y la fidelidad: la singula-
                 ridad de Sicilia en la disputa sucesoria española, cit.
                    73  Ags, Estado, leg. 6121, f. 12, il Principe di Campofiorito, 22 ottobre 1712.
                    74  Cfr. S. Candela, I piemontesi in Sicilia 1713-1718, Salvatore Sciascia Editore, Cal-
                 tanissetta-Roma, 1996, p. 55.


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019      n.45
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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