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Una Nueva Planta nella Sicilia di Filippo V: riforme militari... 121
Così come per la cavalleria, anche il processo di riforma del corpo
di fanteria era stato comunque avviato nel 1704 dal cardinale Giudice,
in risposta alle sollecitazioni del sovrano ad affrontare le inefficienze
causate dalla squilibrata composizione delle compagnie del tercio e
dall’assenza di ufficiali che mostrassero attitudine al comando. La revi-
sione dell’organizzazione dell’esercito avrebbe dovuto, in primo luogo,
porre fine alla mancanza di disciplina e buon orden, poiché la distribu-
zione delle compagnie nelle differenti città e la residenza del maestro
di campo e del sergente maggiore a Palermo, di fatto, aveva consentito
ai soldati di agire senza il controllo del capo superiore e, pertanto, nel
mancato rispetto della disciplina militare.
Tali presupposti andarono a rafforzare la convinzione di Filippo V di
procedere in Sicilia, così come si stava facendo nelle altre aree della
Monarchia, alla trasformazione dei tercios in reggimenti. In via prelimi-
nare, il Consejo de Italia avrebbe dovuto consultare il Presidente del
Tribunale del Real Patrimonio al fine di ottenere un parere circa la fat-
tibilità, in termini finanziari, della riforma della Nueva Planta, così come
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la «forma mas oportuna para su cumplimento» . Su sollecitazione del
Consejo, quindi, nel giugno del 1705, fu stilata una relazione dettagliata
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sui costi da sostenere per soddisfare la richiesta del sovrano , ovvero
lo scioglimento del tercio composto da quattromila uomini suddivisi in
quaranta compagnie da cento uomini, con a capo un maestro di campo
e un sergente maggiore, e la creazione di un numero variabile di reggi-
menti, ognuno composto da 12 compagnie – undici di fanti e una di gra-
natieri – formate da tre ufficiali e cinquanta soldati.
Ancora alla fine dell’anno, però, le relazioni del viceré Bedmar mostra-
vano incertezze sul modo di procedere, a causa della mancanza delle
risorse finanziarie. La soluzione proposta da Bedmar, con il presupposto
che «en la estrecher presente de los medios no cabe el gasto de formar
nuebos regimentos con la gente de este tercio ni el de aumentar cantidad
de oficiales nuebos» , consisteva nel mantenere temporaneamente inte-
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gro il tercio con gli ufficiali in carica, suddividendolo, però, in sei batta-
glioni, ognuno composto da settecento uomini divisi in sette compagnie,
più una di granatieri. Si prevedeva la nomina di un sergente maggiore
e, per ogni battaglione, un comandante fisso che contestualmente rive-
stisse la carica di capitano di una delle compagnie che lo componevano.
57 Ahn, Estado, leg. 1848, n.n., Madrid, 10 marzo 1705, Al virrey de Sicilia. Respuesta
sobre el reglamento general y formacion de regimento con la gente de aquel tercio fixo;
Ags, Estado, leg. 6126, f. 20, Copia de la planta que a dado el Senor Marques de Bedmar
poniendo en pie de Reximiento el tercio fixo de infanteria espanola del reyno de Sicilia.
58 Ibidem.
59 Ibidem.
n.45 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)