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Scavino (saggi)_6  19/04/19  17:31  Pagina 141






                   Il caso di Camogli: prospettive per lo studio di una comunità marittima globale (1820-1890)  141


                   più che seguire le rotte più usuali (la maggior parte dell’olio si reperiva
                   nel Mezzogiorno), essi sembrano sviluppare un rapporto privilegiato
                   con la Corsica, frequentazione che, tra l’altro, non si ritrova più suc-
                   cessivamente.
                      Forse, per Camogli, si potrebbe compiere un discorso diverso per
                   quanto riguarda del traffico del carbone vegetale, in cui, sin dalla fine
                   del XVIII secolo, si inserisce in maniera regolare e continuativa: infatti,
                   se generalmente la partecipazione di navi camogliesi nei maggiori vet-
                   tori del commercio tirrenico è registrata in maniera saltuaria e occa-
                   sionale, in tale traffico la presenza camogliese sembra raggiungere cifre
                   più rilevanti. I primi ‘padroni’ di Camogli che approdano a Genova,
                   dalla Maremma, con questo preciso carico, si ritrovano già a fine XVIII
                   secolo: in particolar modo, sembrerebbero Schiaffino Giuseppe e il figlio
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                   Filippo (inizialmente affiancato a lui come scrivano e successivamente
                   armatore lui stesso), armatori, rispettivamente di un navicello e di un
                   pinco, nominati Nostra Signora della Speranza e Nostra Signora del
                   Rosario, tra gli iniziatori di questo traffico. Tuttavia, a loro fa seguito
                   un generoso numero di imbarcazioni che si dedicano a questo com-
                   mercio,  fino  a  spingersi,  cronologicamente,  assai  in  avanti  nel  XX
                   secolo . La diffusione e la longevità del traffico sembrano indicare,
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                   dunque, che il trasporto del carbone vegetale della Maremma rimase
                   sempre una valida alternativa al cabotaggio internazionale, favorendo
                   così gli armatori minori in modo particolare, dal momento che potevano
                   reimpiegare le navi più datate e di minori dimensioni in un commercio
                   relativamente profittevole.



                   Da una parte all’altra dell’Europa: dalla Russia all’Inghilterra”


                      Nell’impossibilità di potersi soffermare eccessivamente sulle zone
                   d’ombra dell’evoluzione storica di Camogli, la chiave di volta per la
                   prima internazionalizzazione dei traffici camogliesi si deve individuare
                   nella crescita del commercio del grano del Mar Nero; Odessa, già sul
                   finire del secolo XVIII, aveva cominciato a sostituire i tradizionali centri
                   di approvvigionamento granario per soddisfare le esigenze di diversi



                      32  P. Berti, Il traffico camogliese del carbone vegetale cit., pp. 320-321: tra il 1785 e il
                   1806 sono registrate dall’autore ben 37 viaggi tra le due imbarcazioni di padre e figlio.
                   Il carbone vegetale era caricato prevalentemente a Talamone, ma anche a Follonica, e
                   scaricato sia a Genova che a Marsiglia.
                      33  Ivi, p. 326: le registrazioni proseguono senza significative soluzioni di continuità
                   fino al 1969. È con il disarmo del pinco ketch Silvio Crovari, avvenuto proprio nel 1969,
                   che termina questo traffico di lunga tradizione.


                   n.45                           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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