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nel XIX secolo . In ambito anglosassone, sin dalla fine degli anni ’70,
i ruoli di equipaggio sono stati utilizzati estensivamente; posti al centro
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di progetti di ricerca dedicati , essi hanno reso una mole assai notevole
di informazioni concernenti la natura e le caratteristiche del lavoro
marittimo, sia delle marinerie tradizionali a vela sia dei più recenti (ma
assai diffusi nel Regno Unito) mercantili a vapore.
In Italia, tuttavia, è il solo Paolo Frascani 23 a sollecitare il mondo
accademico a intraprendere un lavoro estensivo su questo genere di
fonti, che, unitamente ai giornali nautici e alle matricole della gente di
mare, garantiscono una rappresentazione esaustiva della molteplicità
di aspetti caratteristici dell’attività marittima. Infatti, se prese in con-
siderazione in maniera quasi ‘sinottica’, queste tre tipologie di fonti
restituiscono una mole notevole di informazioni che possono essere
utilizzate per l’acquisizione di dati e statistiche sulle caratteristiche del
mercato del lavoro marittimo nazionale e internazionale, le paghe, l’età
di arruolamento, la composizione geografica degli equipaggi, nonché
una serie di informazioni qualitative concernenti le carriere, e, con rife-
rimento particolare ai giornali nautici, alle modalità con cui si costrui-
scono i rapporti lavorativi a bordo dei bastimenti. In questo settore, se
Frascani ha intrapreso e mostrato la via per quanto riguarda la marina
mercantile napoletana, la realtà genovese e ligure manca ancora del
tutto di questo genere di ricerche dedicate specificatamente agli aspetti
‘marittimi’ (in particolar modo propri del lavoro marittimo) dell’incre-
dibile fase di crescita economica che contraddistingue l’area ligure nel
XIX secolo. Diversi, infatti, sono gli studi su singole storie imprendito-
riali (Rubattino in primis), sul settore della cantieristica, sulle modalità,
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sempre più sofisticate, di reperimento del credito marittimo ; storia
economica (talvolta storia d’impresa), più che storia marittima.
21 M. Cooper, Maritime Labour and Crew Lists analysis: problems, prospects and
methodologies, «Labour / Le Travail», XXIII, 1989, pp. 179-194.
22 Il riferimento va al Maritime History Group cresciuto intorno all’University of New-
foundland e coordinato da David Alexander e Keith Matthews. Ne sono scaturite diverse
pubblicazioni, tra cui: D. Alexander, K. Matthews, A computer index to the Crew Lists
and Agreements of the British Empire, St. John’s, 1974; successivamente ripreso da E.W.
Sager, che ridiscute il lavoro compiuto precedentemente in E.W. Sager, The Maritime
History Group and the history of seafaring labour, «Labour / Le Travail», XV, 1985, pp.
165-172.
23 Sulle diverse opportunità di utilizzo dei “giornali di bordo” come fonte per la storia
marittima, si veda il già citato P. Frascani, Una comunità in viaggio: dal racconto dei gior-
nali di bordo delle navi napoletane (1861-1900), in Id., A vela e a vapore cit., pp. 114-
115; Idem, Tra la bussola e il negozio: uomini, rotte e traffici nei giornali di bordo delle
navi a vela dell’800, «Società e storia», C-CI, 2003.
24 Sul panorama economico genovese nel XIX secolo, il riferimento va a G. Giacchero,
Genova e Liguria nell’età contemporanea: un secolo e mezzo di vita economica 1815-1869,
Cassa di Risparmio, Genova, 1970; G. Doria, Investimenti e sviluppo economico a Genova
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)