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Il caso di Camogli: prospettive per lo studio di una comunità marittima globale (1820-1890) 137
Tuttavia, la documentazione ‘tecnica’, che intendeva soddisfare le
esigenze di una accresciuta burocrazia nazionale (ruoli d’equipaggio,
matricole della gente di mare e giornali nautici ricadono in pieno sotto
questa categoria), non costituisce l’unica risorsa per lo storico delle atti-
vità marittime del XIX secolo; esse costituiscono un’innovazione, una
discontinuità con quanto si possiede per i periodi precedenti. Ciò nono-
stante, è bene tenere in considerazione anche le tipologie di fonti che
sono state prodotte e utilizzate anche con riferimento a epoche diffe-
renti; in proposito le fonti consolari continuano a offrire informazioni e
spunti di inestimabile importanza per la storia marittima, tanto più
quando essa si pone in una prospettiva di tipo globale, dal momento
che esse testimoniano la vera e propria proiezione internazionale di una
comunità marittima che aspiri a inserirsi nei traffici ad ampio raggio.
La resa dell’operazione di incrocio e comparazione di tali tipologie
documentarie è eccezionale: dal punto di vista dell’analisi quantitativa
le fonti marittime ‘burocratiche’ sono strutturate in modo da agevolare
tale genere di approccio, ma anche la corrispondenza consolare, a par-
tire dai primi anni dell’Ottocento si arricchisce sempre di più di stati-
stiche del movimento portuale e di tabelle di arrivi, partenze, sia di
bastimenti che di lavoratori marittimi, siano essi marinai o capitani.
In senso qualitativo, invece, nonostante la raccolta dei dati statistici
sia fondamentale per, in un secondo momento, operare analisi quali-
tative, sono le fonti consolari a offrire il maggior numero di dettagli e
di possibilità di studio delle problematiche del lavoro marittimo e della
quotidianità di bordo, per mezzo della gestione di una sorta di ‘giustizia
consolare’, derivazione delle pratiche di antico regime, attraverso cui
tutte le conflittualità a bordo devono necessariamente passare prima
di essere sottoposte alla giustizia ufficiale nel paese di origine.
Se le fonti marittime e consolari sono funzionali all’individuazione dei
tratti specifici delle attività marittime, esse offrono allo storico un numero
assai limitato di informazioni riguardo agli armatori, alla proprietà marit-
alla vigilia della prima guerra mondiale, Giuffré, Milano, 1973; G. Felloni, Popolazione e
sviluppo economico della Liguria nel secolo XIX, I.L.T.E., Torino, 1961. Sull’attività
imprenditoriale di Raffaele Rubattino: G. Doria, Debiti e navi: la compagnia di Rubattino
1839-1881, Marietti, Genova, 1990; P. Piccione (a cura di), Raffaele Rubattino: un arma-
tore genovese e l’Unità d’Italia, Silvana, Cinisello Balsamo, 2010; F. Sanna, Bankers, ship
owners and patriots. Fortunes and misfortunes of a protagonist of the Risorgimento: Raf-
faele Rubattino, «Studi Piemontesi», XLI, 2012, pp. 457-468. Sui Piaggio: R. Giulianelli,
I Piaggio. La parabola di un grande gruppo armatoriale e cantieristico italiano (1875-1972),
Il Mulino, Roma, 2012. Sulle infrastrutture portuali: M.E. Tonizzi, Traffici e strutture del
porto di Genova (1815-1950), Consorzio autonomo del porto, Genova, 1989. Sulla can-
tieristica: L. Gatti, «Un raggio di convenienza»: navi mercantili, costruttori, proprietari in
Liguria nella prima metà dell’Ottocento, «Atti della Società Ligure di Storia Patria», XLVIII,
Genova, 2008.
n.45 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)