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Il caso di Camogli: prospettive per lo studio di una comunità marittima globale (1820-1890) 151
stro), con l’obbiettivo di caricare del riso nel porto di Rangoon e suc-
cessivamente trasportarlo in Inghilterra per conto della ditta G.B. Hay-
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nes . Lo spostamento dal mar Nero alla navigazione oceanica dunque,
come si può ben comprendere, aveva causato un trasferimento del polo
economico e finanziario dalle piazze di Genova, Marsiglia e Odessa, in
cui gli operatori italiani occupavano una posizione determinante, a
favore di intermediari e commercianti britannici.
Passando dal versante finanziario e commerciale a quello del lavoro
marittimo, che ha per naturali protagonisti capitani e marinai, un’altra
conseguenza del trasferimento dei traffici camogliesi riguardò proprio
la composizione degli equipaggi stessi, che furono drasticamente modi-
ficati; ancora negli anni ’50 e ’60, sui bastimenti di Camogli l’equipaggio
era composto perlopiù da elementi locali, talvolta appartenenti alla
medesima famiglia. Ciò nonostante, anche se limitatamente riguardo
ai soli marinai (e mai al capitano), poteva accadere che anche membri
di comunità marittime vicine fossero arruolati a bordo delle navi camo-
gliesi: si trattava comunque di marinai rigorosamente liguri e solo più
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raramente provenienti dalle coste della Toscana . Naturale conse-
guenza della composizione localistica degli equipaggi era la gestione
della vita di bordo fondata su fiducia e un senso di appartenenza
comune, che spesso univa in maniera stretta il capitano ai propri mari-
nai, anche in virtù di una diffusa mobilità verticale.
L’estensione delle rotte e la fuoriuscita dal Mediterraneo, invece,
incrociandosi con una crescita esponenziale del fenomeno della diser-
zione, soprattutto nei porti dell’America Latina, rivoluziona il sistema
fiduciario proprio dei bastimenti camogliesi: l’assidua frequentazione
delle coste sudamericane, nonostante garantisca noli vantaggiosi, si
traduce in una costante emorragia umana e professionale, una perdita
economica notevole per la singola spedizione marittima, ma, in senso
lato, per l’intera comunità, che perde le proprie risorse, e si ritrova
costretta a ricorrere in maniera sempre maggiore all’elemento esogeno,
mediante il reclutamento di equipaggi improvvisati, a seconda delle
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necessità del momento . La gestione della quotidianità di bordo risente
60 Civico Museo Marinaro di Camogli, Noli, contratto tra Emanuele Boggiano e la ditta
G.B. Haynes, Londra, 5 aprile 1880.
61 Non di rado si trovano registrati nei Ruoli di equipaggio marinai provenienti da
Piombino o dall’Isola del Giglio. Cfr. Asge, Ruoli di equipaggio, anni 1850-1865.
62 Asge, Giornali nautici, brigantino a palo Edinburgh, 602/1: dopo alcune diserzioni
nel porto di Pensacola, nel 1897, il capitano dovette imbarcare due marinai stranieri, il
primo di origine tedesca, il secondo finlandese. Anche: Acs, Ministero di marina, Direzione
generale della marina mercantile, Divisione premi compensi e tasse, 40, Movimenti di
marinai nazionali nel porto di Buenos Ayres. Il brigantino a palo Caterina Capurro, cap.
Schiaffino Matteo, imbarca quattro marinai, un siciliano, uno della provincia di Genova
e poi un austriaco e un greco.
n.45 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)