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sibilità di impiego nel settore marittimo (dal momento che la composi-
zione numerica degli equipaggi non muta sensibilmente, navi più
grandi non richiedono maggiore manodopera); tuttavia, il continuo
movimento e la ripetuta frequentazione di realtà specifiche (Penang per
esempio) e le possibilità di arricchimento e mobilità sociale offerte dai
paesi latino-americani, in cui moltissimi camogliesi si inseriscono, può
suggerire, agli storici, una riconsiderazione dei confini ideali della
comunità, tesi che si potrebbe estendere a tutte le comunità marittime
di questo genere. Infatti, sembra riduttivo limitare una comunità marit-
tima ai confini amministrativi del borgo cui si riferisce; piuttosto, si
potrebbe ipotizzare che una comunità marittima si ‘muova’ con le pro-
prie navi e i propri marinai, finendo per creare una comunità ampliata,
“diffusa”, composta dalle reti di interessi, dalle connessioni economiche
e commerciali e dai legami familiari che si mantengono attraverso
regioni tra loro distantissime, ma che non interrompono le comunica-
zioni con la madrepatria. Una «comunità globale», che travalica la
dimensione locale per sopravvivere nel mondo che sperimenta la sua
compiuta globalizzazione.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)