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L’Esclave religieux di Antoine Quartier (Tripoli, 1660-1668), come fonte storica 157
anche qualche notizia sulla comunità ebraica di Tripoli, di antica data
e di varia composizione.
All’inizio delle sue memorie il religioso francese riferisce l’episodio della
cattura corsara nella quale venne coinvolto e, prima ancora, la decisione
e l’itinerario del suo viaggio dalla Francia in Italia (pp. 173-183). Una
‘descrizione di Tripoli’ segue nel secondo capitolo, con molti riferimenti
storici, in particolare sul pascià Mohammed, un rinnegato originario di
quell’isola greca di Chio, indicato come appartenente alla antica famiglia
genovese dei Giustiniani (cap. II, pp. 183-192). Una relativa importanza
di Quartier come fonte storica deriva dal fatto che il suo testo non è stato
utilizzato in passato da storici di Tripoli, come Laurent-Charles Féraud,
nelle sue Annales tripolitaines, e poi, nella prima metà del secolo scorso,
Salvatore Aurigemma, autore di numerosi contributi su Tripoli barbare-
sca. In ambedue questi autori si riscontra invece la conoscenza, almeno
in parte, della Histoire chronologique, una fonte inedita ma ormai ampia-
mente utilizzata dagli studiosi – attribuita a un altro francese, il medico
Girard, anche egli schiavo a Tripoli, dal 1668 al 1680 circa, dopo dunque
il riscatto di Quartier – le cui notizie possono dunque utilmente confron-
tarsi con quelle da lui fornite.
Dopo cenni sulla struttura urbana e il clima di Tripoli (pp. 183-184),
quanto al popolamento della città, Quartier così annota «Tripoli est
habité par toutes sortes de nations, tous les travaux de la ville, de la
marine et des jardins se font par les captifs, car les veritables Turcs
mènent une vie molle et effeminée; les Barbares [cioè gli arabo-berberi
locali] sont fénéans sans art et sans industrie, se contentent de peu de
chose, et ne travaillent que dans la nécessité (pp. 184-185)».
Ci colpiscono le sostanziali e acute puntualizzazioni che il nostro
autore offre a proposito del governo di Tripoli:
Quoy que l’estat de Tripoly porte le nom de royaume, son gouvernement
tiens moins de la monarchie que de la republique, et le Grand Seigneur en est
plutost le protecteur que le souverain. Les renegats et la milice y ont toute l’au-
thorité; ils choisissent leur Bacha, et n’ont point d’autre maître que celuy qu’ils
se donnent eux-mesmes; ce Bacha gouverne absolument, ne reconnoist le
Grand Seigneur qu’en apparence et par politique, et ne défere que quand il veut
aux ordres de la Porte (p. 186).
Aggiunge però che spesso, trascorso un certo periodo di governo, i
pascià provocano la loro stessa rovina «de sorte que l’avarice, la rebel-
lion et la cruauté peuvent estres appelées les veritables reynes de Tri-
poly» (p. 186).
Quando Quartier giunse a Tripoli il paese era governato da Osman
Pascià, successore nel 1649 di Mohammed di Chio, ed anche egli origi-
nario di quell’isola greca. Osman governerà sino al 1672 e dunque per
tutto il periodo di presenza del nostro schiavo nella città maghrebina.
n.45 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)